7.0
- Band: RAGE
- Durata: 00:53:01
- Disponibile dal: 24/03/2006
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Audioglobe
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Ecco che tornano i Rage, implacabili e decisi come un carro armato in battaglia, a deliziare le nostre orecchie con il nuovo “Speak Of The Dead”, lavoro dove la potenza e la melodia convivono in modo armonioso, unendosi e distanziandosi come in un balletto. La band ha da poco compiuto il ventesimo compleanno, ed è arrivata ad oggi seguendo un iter costellato da cambiamenti di line-up, crisi personali e insidiose deviate stilistiche. La più celebre quella con la “Lingua Mortis Orchestra”, con la quale i nostri hanno sfornato una manciata di dischi dal valore altalenante. Poi il cambio definitivo di line-up, ora a tre elementi, e la virata verso un heavy metal più ortodosso. E proprio per “Speak Of The Dead” i nostri hanno deciso di riesumare gli scheletri della Lingua Mortis Orchestra, e di proporci una suite, denominata appunto “Suite Lingua Mortis”, dove gli elementi orchestrali potessero tornare a convivere con la rocciosa musica proposta dai tre. La suite si presenta forse eccessivamente spezzettata, a causa di intermezzi strumentali (come ad esempio “Depression”) che non fanno altro che interrompere la tensione, ma nel complesso i pezzi cantati, tre in totale, sono di ottima fattura (su tutti la ottima “No Regrets”). Lo strepitoso Victor Smolski, oltre ad essere un abilissimo compositore di parti orchestrali, mostra tutta la sua classe in “Confusion”, dove riesce a compenetrare perfettamente la modernità del suo stile con la classicità dell’orchestra. La seconda metà dell’album mostra il lato dei Rage più conosciuto alla maggior parte dei fan dell’ultim’ora. Partiamo con “No Fear”, il singolo dell’album e sicuramente un pezzo che non mancherà di far impazzire stuoli di ammiratori ai concerti, forse uno dei pezzi più incazzati mai composti dai nostri. “Soul Survivor” è un pezzo tipicamente Rage, fatto di buone intuizioni ritmiche e melodiche, con un Peavy in grande forma. Un pezzo che farà sicuramente parlare di sé è “Full Moon” che sulla falsa riga di quanto già fatto ultimamente dai Blind Guardian è stata registrata in varie lingue, ma in questo caso l’italiano è stato tagliato fuori! Da “Kill Your Gods” in poi il valore dei pezzi sembra virare leggermente verso il basso, forse a causa di una certa ridondanza di alcune soluzioni. Parliamo in modo particolare della conclusiva title-track, davvero poco degna di una band del calibro dei Rage. In generale, sicuramente “Speak Of The Dead” è un buon album, suonato divinamente da musicisti di prim’ordine (non dimentichiamo il sempre valido Mike Terrana dietro le pelli), che mostra tuttavia qualche debolezza di troppo negli ultimi frangenti. I fan sicuramente ameranno questo lavoro, specialmente se hanno apprezzato lavori come “Lingua Mortis”, “XIII” e gli ultimi due.