7.5
- Band: RAGE
- Durata: 00:54:48
- Disponibile dal: 05/02/2010
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Rispettando un ruolino di marcia allucinante (19 dischi in 27 anni, live esclusi) i Rage tornano sul mercato con il nuovo “Strings To A Web” dopo il più che convincente “Carved In Stone” del 2008. La formazione questa volta non è cambiata e vede il mastermind Peavy Wagner dietro al microfono, affiancato da un chitarrista assolutamente eccezionale quale è Victor Smolski e l’ex batterista degli Axxis, Andrè Hilgers. Quello che però è differente rispetto al precedente lavoro è il sound stesso dell’album. Se “Carved In Stone” era infatti un disco diretto e immediato, che in parte ripescava dai vecchi Rage, il nuovo è molto più tecnico e progressive, con riferimenti ad album come “Unity” o soprattutto “Soundchaser”. Ritmiche più intricate e più spazio alle evoluzioni strumentali in particlare di Victor, che in questa sede ha modo e tempo di dare sfoggio al suo estro sia come riffing che solismo. Da precisare però che il gruppo, come suo solito, accosta a composizioni strumentalmente più articolate delle linee vocali accessibili e ritornelli quasi sempre immediati. È il caso dei primi due brani “The Edge Of Darkness” e “Hunter & Prey”, veloci, complessi nei diversi stacchi che contengono ma allo stesso tempo con chorus facilmente memorizzabili. “Into The Light”, molto accattivante e di presa come melodie e struttura, è il brano più adatto al ruolo di singolo e non ci sarà da stupirsi se finirà per un bel po’ nelle scalette dei grandi concerti che questa band ancora ci offre. Il vero corpo dell’intero platter è però la lunga suite “Empty Hollow”, diciassette minuti suddivisi in cinque capitoli dove il gruppo torna a sperimentare sontuosi arrangiamenti sinfonici grazie alla collaborazione con la Lingua Mortis Orchestra. Il risultato non è molto distante da quanto sentito su “Speak Of The Dead” e alla band vanno i complimenti per essere riuscita ancora una volta ad esplorare soluzioni personali senza snaturare il proprio stile. La pienezza del sound, dei cori e la dramaticità delle musiche si sposano a dovere con il riffing secco di Victor e con il tipico cantato di Peavy attraverso passaggi al limite del thrash, aperture melodiche, inserti di puro progressive metal e intermezzi più atmosferici. Una versatilità e un bagaglio musicale non certo comuni e non sempre adeguatamente apprezzati dai fan della band. La seconda parte del lavoro non è però altrettanto entusiasmante quanto la prima e infatti a fianco della divertente e quasi hardrockeggiante “Hellgirl” e del bel lento dai toni malinconici “Through Ages” troviamo anche brani un tantino meno convincenti. E’ il caso di “Saviour Of The Dead” e “Purified” non ispirate quanto quelle precedentemente menzionate, in quanto piuttosto prevedibili come linee vocali e ritornelli. Questi particolari non tolgono più di tanto a “Strings To The Web”, l’ennesima uscita di qualità per un gruppo che ci ha abituato a standard molto alti e che, nonostante la lunga carriera, si è saputo rinnovare, riuscendo a suonare ancora assolutamente attuale. Occhio all’edizione limitata con bonus DVD contenente la performance che i tre hanno tenuto al Wacken del 2009 con ospiti del calibro di Hansi Kürsch (Blind Guardian) e Schmier (Destruction).