6.5
- Band: RAGNAROK
- Durata: 00:44:54
- Disponibile dal: 30/10/2012
- Etichetta:
- Agonia Records
- Distributore: Masterpiece
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Dopo il lungo gap tra il fortunato “Blackdoor Miracle” e “Collectors Of The King”, i black metaller Ragnarok sembrano intenzionati a recuperare il terreno perduto. Solo due anni separano infatti il nuovo “Malediction” dal lavoro precedente, segno che il gruppo ha decisamente riacquistato costanza nel comporre e desidera mantenere in vista il proprio nome, in una scena che oggigiorno troppo spesso dimentica o si distrae, a causa della mole enorme di uscite che sommergono il mercato. Negli anni il gruppo norvegese ha sostanzialmente alternato ottimi album ad opere più di maniera, ma “Malediction” pare collocarsi più o meno nel mezzo tra tali tipologie; il disco, infatti, presenta una manciata di pezzi notevoli accanto ad altri che spesse volte suonano come una versione o una copia più ordinaria di ciò che li ha preceduti. D’altra parte, la varietà non è esattamente il primo pregio di un lavoro come “Malediction”: i Nostri hanno trovato in una formula black metal classica (in stile Gehenna o Marduk di qualche tempo fa) l’ambiente ideale in cui muoversi e hanno di conseguenza composto un lotto di brani in serie, potendo contare sì su anni di esperienza nel “settore”, ma anche su un’ispirazione in questo caso un po’ discontinua. Il platter, in pratica, finisce per configurarsi come il classico “disco per amanti del genere”, nel quale vengono rispettati tutti i clichè di un certo modo di intendere il black metal. Nel caso di “Malediction”, la produzione è giustamente affilata, ogni singola nota vomita odio, ma, altresì, non tutte le composizioni brillano di luce propria. Alcune tracce suonano appunto un po’ dozzinali e, anche se certamente l’album si fa ascoltare e si rivela nel complesso solido, al termine della fruizione è difficile togliersi dalla mente l’opinione che quanto è stato fatto di recente da una band come i Marduk sia e rimanga su un altro pianeta. I Ragnarok sono esperti e volenterosi, ma a volte manca loro quella continuità necessaria per restare in Champions League.