6.5
- Band: RAMESSES
- Durata: 00:53:43
- Disponibile dal: 19/04/2010
- Etichetta:
- Ritual Productions
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A tre anni di distanza dall’esordio “Misanthropic Alchemy” ecco rispuntare le tre sinistre sagome dei Ramesses, band di sludge stoner doom del Dorset composta da ex membri dei fantastici Electric Wizard. A differenza dei ben più noti colleghi, i nostri si dedicano ad una musica decisamente più dura e concreta, sporca ed ignorante ma anche dannatamente efficace. “Take The Curse”, questo il titolo del nuovo lavoro, è composto da dieci tracce di valore piuttosto altalenante, ma tutte in odore di sludge doom. Sicuramente gli amanti del genere avranno di che gioire ascoltando brani come l’opener “Iron Crow”, dal flavour doomy molto stonato e distorto e dall’incedere medio lento; cosa dire poi della portentosa “Baptism Of The Walking Dead”, sludge doom decisamente pesante ed estremo, con echi nemmeno troppo distanti dal death metal. Molto bello soprattutto il break arpeggiato che introduce ad un finale lentissimo e sporco come un immondezzaio. Su il pollice anche per lo sludge sboccato e vagamente sudista della title track e alla verve maggiormente darkeggiante e melodica della conclusiva “Khali Mist”. In questi episodi in particolare colpisce l’efficacia delle chitarre di Tim Bagshaw: la fuga chitarristica che chiude l’album è da manuale del genere e, più in generale, il riffing è sempre grasso e sporco come si conviene ad uscite di questo tipo. I Ramesses non disdegnano nemmeno qualche breve puntata in campo black, come nel caso della gelida sfuriata contenuta in “Black Hash Mass” e dell’assalto all’arma bianca con la quale inizia “Hand Of Glory”, dove praticamente i nostri trovano un ideale punto d’incontro tra il black, lo sludge ed il crust! A fronte di brani ben riusciti però ve ne sono altri piuttosto banali, come il trittico “Another Skeleton”, “Hand Of Glory” (da salvare solo l’incipit black appena citato) e la scontata “The Weakening”, oppure “Terrasaw”, che si salva solo per qualche finezza armonica nel finale. Gran parte del lavoro si basa sul riffing portante di Bagshaw, con il basso di Adam Richardson e la batteria di Mark Greening a sostenere il tutto e a saturare ogni suono. Le voci, opera dello stesso Richardson, sono grezze e piuttosto canoniche, anche se ben congegnate ed aiutano non poco alla genesi di quel senso di sporcizia ed oppressione che ammanta tutto il lavoro. Se siete alla ricerca di materiale grezzo ed ignorante allora questo “Take The Curse” è il lavoro che fa per voi, mentre se dallo sludge cercate qualcosa di più complesso e melodico, allora rivolgetevi ai Mastodon ed ai loro innumerevoli cloni.