8.5
- Band: RAMMSTEIN
- Durata: 00:46:00
- Disponibile dal: 16/10/2009
- Etichetta:
- Universal Republic
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RAMM-STEIN. Nove lettere, due sillabe, un nome ormai divenuto sinonimo di leggenda. Una leggenda che, scandita dalla voce stentorea di Till Lindemann, risuona in tutta la sua deflagrante potenza nel coro di "Rammlied", Ramm-canzone destinata non solo a richiamare alla memoria la chiusura del seminale "Herzeleid", ma anche ad annunciare al mondo intero la venuta del degno figlio di tale "Mutter". Senza voler nulla togliere a dischi come "Reise Reise" e "Rosenrot" – album entrambi di notevole spessore e in grado, grazie anche ad un’eccezionale trasposizione in sede live, di garantire ai nostri un sucesso planetario – si avvertiva infatti nel passato recente della band un progressivo venir meno della genialità da sempre insita nel loro DNA, quella stessa genialità che invece torna a splendere fulgida in questo "Liebe Ist Für Alle Da". Provocatorio fin dal titolo – a metà tra uno slogan hippy e e un romanzo di Mocciosa memoria, se non fosse per la cruenta raffigurazione di stampo fiammingo posta in copertina e all’interno dello strepitoso booklet – l’ultimo nato della formazione teutonica segna un parziale ritorno alle sonorità tanz-metall degli esordi, qui ben rappresentate da canzoni quali "Ich tu dir weh", "Waidmanns Heil" e "Haifisch", in cui il genio malato di Christian "Flake" Lorenz si accompagna a strutture ritmiche per il resto degne di figurare come colonna sonora ufficiale dell’industria metallurgica della Ruhr. Ma, ormai lo sappiamo, sotto quei volti coperti di fuliggine e sopra gli anfibi si cela un animo sensibile; ed è così che, in mezzo alle sfuriate di "B********" e "Wiener Blut", salutiamo con gioia l’arrivo della primavera parigina ("Frühling in Paris"), ideale trasposizione dei Rammstein nelle atmosfere della Nouvelle Vague e momento di poesia assoluta, da accompagnare dal vivo con il buio assoluto rischiarato solo dal moto ondulatorio dei vostri lanciafiamme portatili. Del singolo "Pussy" si è già detto (e visto) tutto – anche se, al di là del circo mediatico abilmente allestito dai nostri, dal punto di vista strettamente musicale resta un divertissment nettamente superiore al vecchio tormentone "Amerika" – quindi meglio passare al finale, dove ad attenderci troviamo altre gradite sorprese. La title-track innanzitutto, come da tradizione tra gli highlight del disco grazie al piglio maligno di Till Lindemann ed al drumming forsennato di Christoph "Doom" Schneider; la successiva "Mehr", in cui il fenomenale pattern elettronico viene smorzato da un ritornello non all’altezza; e infine la conclusiva "Roter Sand", ennesima dimostrazione di come i nostri diano ormai il meglio di sé nei frangenti più rilfessivi. Tirare le somme, come d’abitudine quando si parla dei Rammstein, non è dunque difficile, che il computo della tracklist è sempre di undici e la qualità complessiva non scende mai al di sotto di un certo livello; stavolta però il peso specifico delle singole tracce appare elevato al punto tale da permetterci di scomodare un voto di felliniana memoria ed azzardare per questo "Liebe Ist Für Alle Da" una piazza d’onore su un ipotetico podio, in mezzo tra l’irragiungibile "Mutter" e l’indimenticabile "Sehnsucht". Che altro dire? Il Gran Teatro dei Burattini ha finalmente riaperto i battenti, Mangiafuoco è tornato e vi porta un carico di caloroso amore: prendete e ascoltatene tutti.