voto
7.0
7.0
- Band: RATTENFÄNGER
- Durata: 00:41:59
- Disponibile dal: 19/11/2012
- Etichetta:
- Dark Essence Records
- Distributore: Audioglobe
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L’esordio dei Rattenfänger si presenta come un lavoro decisamente accattivante e i deathster ucraini non sono certo dei “novellini” (anzi, la band sembra quasi un side project dei Drudkh). Lo stile si richiama apertamente al death metal della prima ora, quello dei canali più underground, pur non essendo, per vari motivi, del tutto semplice da incasellare. La band sa aggredire l’ascoltatore con violenti blast beat e riff tipicamente death, alternando momenti molto più cadenzati e melodici, a volte quasi doom (come “Nunc Scio Tenebris Lux”). E’ questa la dimensione in cui i Rattenfänger si esprimono con più efficacia e che sembra adattarsi meglio al loro approccio musicale: titoli e testi in latino forniscono un’aura decisamente arcana, mentre alcuni inserti (l’estratto da “Il Nome della Rosa” nell’intro o il riferimento al Delomelanicon nella già citata “Nunc Scio Tenebris Lux) dimostrano un notevole interesse per alcune tematiche ed un certo approfondimento delle stesse. Venendo alla musica, in senso più stretto, la band di Kharkiv sa miscelare parti veloci con mid-tempo e rallentamenti quasi funeral doom; il riffing è incisivo e variegato, i Rattenfänger sanno sorreggere le tematiche che vogliono esprimere e dimostrano di avere un’ottima dimestichezza con gli stilemi del genere. Forse, però, questo mix di stili è contemporaneamente la peculiarità ed il limite di questo disco. A volte il risultato è decisamente ben riuscito e personale, perfettamente in linea con le atmosfere cupe ed occulte cercate dalla band, mentre altre il tutto suona già sentito. Il drumming, con i dovuti distinguo, spesso ricorda quello di Inferno dei Behemoth ed è proprio la band di Nergal e soci che, in più di un’occasione, fa sentire la sua influenza.Come spesso accade, in fondo, quello che colpisce al primo ascolto è quello che stufa anche più in fretta: così l’impatto decisamente notevole cede un po’ il passo e la scarsa longevità resta la pecca maggiore di questo “Epistolae Obscurorum Virorum”. Comunque un ottimo esordio per gli amanti delle sonorità old-school ed alcuni spunti sicuramente originali, ma – certamente – un prodotto non accattivante per tutti.