8.0
- Band: REIGN SUPREME
- Durata: 00:36:00
- Disponibile dal: /07/2009
- Etichetta:
- Deathwish Inc.
- Distributore: Andromeda
C’è sempre del fermento negli Stati Uniti: ovunque ci si volti, ci si imbatte in nuove promesse o realtà tutte da scoprire, siano esse metal o hardcore. Oggi prendiamo come esempio questi Reign Supreme, quintetto di Philadelphia già segnalatosi con il buon EP “American Violence” e che, con tutta probabilità, si appresta ora a diventare la prima opzione per tutti coloro che stravedono per un certo tipo di hardcore. “Testing The Limits Of Infinite” è il primo full-length della band ed è un lavoro che, pur rientrando a grandi linee in quel filone di hardcore metallizzato di gente come Terror, The Banner o Integrity, fa della varietà il proprio punto di forza, sciorinando un songwriting che se da un lato è più che fiero di essere “fedele alla linea”, da un altro non perde quasi mai occasione di strizzare per un attimo l’occhio ad altri generi o di rendere lo sviluppo dei brani un po’ meno prevedibile. Poche ma piacevolissime intuizioni che rendono la tracklist molto di più del solito concentrato di accelerazioni, breakdown e gang vocals. Intendiamoci, tutto ciò è presente in larga misura in “Testing…” e il tutto – va sottolineato – è davvero di alta qualità: ispirato, conciso, forte di un tiro pauroso. Ma accanto ai punti fermi di ogni album di metallic hardcore che si rispetti, qui troviamo anche altro: un assolo qui, una bordata groovy degna dei Crowbar lì… o, ancora, qualche arpeggio, qualche linea vocale più melodica del solito… persino un paio di sbandate death’n’roll alla Entombed! Volendo fare un paragone con un’opera recente, in “Testing The Limits Of Infinite” ritroviamo quella stessa formula che lo scorso anno ci ha fatto innamorare di un album come “When Blood Turns Into Stone” dei To Kill: rispetto della tradizione, ma anche una mentalità aperta e una incredibile capacità di rielaborare con freschezza certi stilemi senza mai generare confusione. Un disco dunque da ascoltare, tredici sorprese per un’unica grande certezza: un ottimo lavoro, il migliore che questo filone hardcore abbia prodotto nell’ultimo anno!