7.5
- Band: REJEKTS
- Durata: 00:43:31
- Disponibile dal: 03/12/2021
- Etichetta:
- Slaughterhouse Records
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È uno sferragliare sospeso tra intimismo e malessere urlato a pieni polmoni, quello di cui si rendono protagonisti i Rejekts con questa seconda fatica sulla lunga distanza. Un’opera dalla gestazione attenta, meditata nel tempo, e che vede il progetto lombardo riaffacciarsi sulle scene underground e DIY in una veste decisamente più elegante e rifinita rispetto a quella sfoggiata sul precedente EP “Triratna” (2016) e sull’esordio “UNO-” (2013), per un quadro d’insieme dall’indubbio impatto emotivo e dalle sfumature stilistiche tanto eterogenee quanto impastate armonicamente fra loro.
Un ritorno che sa insomma di definitiva consapevolezza delle proprie doti e di brama di affermarsi all’interno del vasto circuito grind/post-hardcore contemporaneo, in cui la cura minuziosa per i dettagli (si sentano i suoni dei Toxic Basement Studio) passa sempre attraverso una scrittura asciutta e funzionale, scevra da ridondanze o pretenziosità che ne smorzerebbero l’efficacia. Partendo ancora una volta dalla ferocia dei pionieri Cripple Bastards (evocati anche dal cantato in italiano) e dalle contaminazioni black metal degli ultimi The Secret, la tracklist si evolve secondo traiettorie difficilmente prevedibili, alternando pieni e vuoti, momenti di stasi malinconica e assalti al calor bianco, in un flusso che arriva ad inglobare spezie screamo (“Come La Tempesta E L’Uragano”), shoegaze (l’incipit di “Tages”, in odore di Deafheaven di “Sunbather”) e spoken word (“Limbo”) senza mai perdere di vista la compattezza e l’abrasività tipiche di certi suoni dei bassifondi. Un ascolto che è quindi dinamico sia nella forma – con un minutaggio dei brani piuttosto libero – sia nei contenuti, in cui la melodia, al netto della violenza espressa per buona parte dell’opera, non fatica a ritagliarsi spazio e ad incidere positivamente sull’assimilazione del tutto.
“Adamo”, come accaduto lo scarso anno per “Antropocene” degli O, si presenta sul mercato in punta di piedi, ma il suo basso profilo non deve essere frainteso per mancanza di nerbo o di carattere. Al contrario, questi sono i Rejekts all’apice della forma e dell’espressività, e da oggi non potranno più essere sottovalutati dai fan delle band citate poc’anzi.