5.5
- Band: REQUIEM (SWI)
- Durata: 00:44:18
- Disponibile dal: 31/07/2009
- Etichetta:
- Twilight
- Distributore: Masterpiece
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Agli svizzeri Requiem va dato atto il fatto di riuscire a crescere sotto il profilo qualitativo album dopo album, anche se di strada da fare ce n’è ancora tantissima. Il difetto che si riscontra su questo nuovo “Inflitrate… Obliterate… Dominate” è il solito che attanaglia la band sin dall’esordio: la totale e completa mancanza di originalità, unita ad una carenza a livello di songwriting che fa sì che i dieci brani del lotto paiano delle scopiazzature scolastiche di quanto prodotto negli ultimi vent’anni in campo death. I Requiem non hanno la capacità di tracciare un solco e seguirlo intelligentemente, dato che pescano davvero dappertutto, dalla scena old school scandinava a quella di Tampa, senza dimenticare l’Olanda e la Polonia. I miglioramenti dei quali parlavamo all’inizio quindi sono tutti attribuibili all’accresciuta capacità tecnica degli svizzeri, che riescono comunque a rendere coese tutte queste influenze: rimane il fatto che l’album, così come i suoi predecessori, può infinocchiare qualche nuova leva che si è da poco avvicinata al death, ma gli ascoltatori più navigati difficilmente cascheranno nel trabocchetto della band. Se proprio dobbiamo descrivere in due parole il sound dei Requiem diremmo che si tratta di un death molto classico, che tenta di unire il marciume svedese con una più marcata vena dissonante di matrice Immolation, senza dimenticare qualche sporadica melodia chitarristica a livello solista e qualche cambio di tempo peraltro ben eseguito. Come per le volte precedenti il consiglio è sempre lo stesso: se davvero volete ascoltare del buon death allora scegliete le fonti originarie e non queste copie scolorite. Diversamente, anche tra le nuove leve ci sono band assolutamente interessanti che riescono a reinterpretare gli stilemi classici con piglio e gusto molto più personali.