7.0
- Band: RESTOS HUMANOS
- Durata: 00:26:42
- Disponibile dal: 14/10/2022
- Etichetta:
- Zas Autoproduzioni Rec.
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È un death metal crudo e viscerale, quello proposto dai Restos Humanos, qui di ritorno dopo qualche anno di relativo silenzio. L’omonimo debut album della band italo-colombiana era stato pubblicato nel 2017 e da allora il trio si era fatto vivo solamente con degli split, tra cui uno con i leggendari Agathocles. Questo secondo full-length arriva dopo un profondo cambio di formazione che ha lasciato il chitarrista/cantante Julian Serrato come unico membro di vecchia data rimasto: lo spirito della musica del gruppo è tuttavia rimasto grosso modo quello di sempre, anche se già ad un primo ascolto si sente qualche differenza rispetto al passato. La band guarda avanti e la sua evoluzione passa per un death metal che questa volta limita le derive grind più slabbrate per adottare un andamento maggiormente quadrato che cerca di sfruttare al meglio la forte dimensione lo-fi e il vigore della sezione ritmica. Del resto, il concept del disco – incentrato sul tragico terremoto di Lisbona del 1755, esattamente come l’omonimo album dei Moonspell di qualche anno fa – chiama un’atmosfera più cupa e sulfurea, la quale viene gestita e restituita dal gruppo con una serie di midtempo a metà strada fra i Bolt Thrower dei primi album e i classici Autopsy. Bastano questi paragoni per evidenziare quanto la proposta del trio resti fieramente old school, ma va anche sottolineato come, rispetto a “Restos Humanos”, il nuovo “1755” faccia qualche investimento in più sul piano estetico, cercando un’espressività più marcata e uno sviluppo ‘ragionato’ che regala notevoli sensazioni soprattutto all’altezza dei brani maggiormente strutturati. Una carica espressiva che comunque resta ben lungi dal sovrastare l’istintività nell’espressione della formazione, la quale resta tagliente e d’impatto nel suo aggrapparsi a pochi poderosi riff per pezzo.
Ciò che i Restos Humanos non possiedono in originalità lo compensano dunque con genuina esuberanza e un più attenta controllo nel suono: il risultato è il loro lavoro più dinamico, durante il quale l’attitudine live che da sempre li caratterizza trova un piacevole equilibrio con una cura per i dettagli figlia di un’esperienza ormai decennale.