6.0
- Band: RESUMED
- Durata: 00:55:15
- Disponibile dal: 19/10/18
- Etichetta:
- Mighty Music
- Distributore: Audioglobe
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Tornano i death metaller abruzzesi Resumed, dopo il disco di debutto, uscito nel 2014, che aveva destato qualche perplessità, sia in termini di personalità che di songwriting. Facile dunque fare subito un paragone tra “Alienations” e questo “Year Zero”, e constatare con piacere che quattro anni sono serviti ai Nostri per accumulare un po’ di esperienza e compiere un tangibile passo avanti. Sebbene i Resumed continuino a sembrarci una sorta di tribute band ai mai troppo celebrati Death, dal punto di vista formale è evidente sin da subito una maggior cura dei particolari che, ovviamente, fanno la differenza. Una buona preparazione tecnica, viene messa a servizio dei brani e soprattutto dell’espressività, godendo di una bella spinta adrenalinica, grazie ad un riffing bello energico. L’aiuto alla riuscita generale è dato anche da una produzione decisamente azzeccata, molto pulita e quasi più vicina a un suono progressive che non a uno death metal, ma certamente siamo lontani da certi suoni casalinghi. I pezzi si stagliano, come dicevamo, in un riffing diretto e muscolare, molto live oriented sotto un certo profilo, nel senso che le melodie sono tutte piuttosto memorizzabili per via di una complessità non eccessiva. Proprio su questo fattore ci sentiamo di dire che le canzoni, vista appunto la poca varietà di soluzioni, dovrebbero durare decisamente meno, mentre invece un errore in cui i Resumed continuano ad incappare, è proprio questo voler allungare a dismisura i brani facendoli divenire dei mattoni un po’ troppo difficili da assimilare, specie con il susseguirsi degli ascolti. Altro aspetto migliorabile sono le parti vocali: molto, troppo Schuldineriane, dal punto di vista della personalità e poco varie da un punto di vista melodico e del ventaglio di soluzioni adottabili. Anche sul fronte ritmico queste non aggiungono praticamente nulla, andando a ricalcare sostanzialmente le metriche del riff portante.
Concludendo, nonostante qualche angolo ancora da smussare, stiamo parlando di un lavoro complessivamente dignitoso, certamente più adatto ad una dimensione live grazie alla sua immediatezza e al suo impatto adrenalinico, ma che potrebbe comunque placare la sete di death metal tecnico alla Death.