6.5
- Band: RESURRECTURIS
- Durata: 00:49:29
- Disponibile dal: 27/04/2009
- Etichetta:
- Casket Music
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
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Erano parecchi anni che non avevamo notizie dei death metaller marchigiani Resurrecturis: l’ultimo studio album, infatti, risaliva addirittura al 2004 e si trattava dell’ottimo “The Cuckoo Clocks Of Hell”. Ora, sempre guidati saldamente dal chitarrista Carlo Strappa, i ragazzi si ripresentano sul mercato con questo “Non Voglio Morire”, patrocinato dalla britannica Casket. La line up attuale della band è stata rivoluzionata rispetto al passato e vede l’ingresso in formazione di Manuel Coccia al basso e Alessendro Vagnoni degli Infernal Poetry alla batteria. La proposta musicale dei Resurrecturis è piuttosto eterodossa, anche se i tre filoni principali riscontrabili nella loro musica fanno capo al death melodico di matrice svedese, al thrash americano e a un death maggiormente brutale e di concezione abbastanza moderna. Vi sono poi dei brani, come ad esempio “The Artist”, “Calling Our Names” o la conclusiva “In Retrospective” che si discostano completamente dal resto: la prima è un brano tenue e delicato che si destreggia tra il trip hop ed il gothic, la seconda è una power ballad ottantiana, mentre l’ultima traccia citata è una classica ballatona d’altri tempi, peraltro piuttosto mal riuscita. Il resto può tranquillamente essere etichettato come un ibrido tra i Soilwork, i misconosciuti finlandesi Gandalf, gli At The Gates, i Kataklysm, i Dismember e un tocco di melodia metalcore che di questi tempi pare quasi imprescindibile. Le prime quattro tracce del lavoro, “Prologue” esclusa, riescono a colpire nel segno, grazie soprattutto al guitar work molto death-oriented. Dopo la già citata “The Artist” le composizioni perdono parecchio di mordente e a tratti risultano piuttosto sciatte, come la banale “Save My Anger”. Pare quasi che i ragazzi abbiano voluto accantonare la cattiveria death per puntare maggiormente su melodie non sempre azzeccate. Le prove dei singoli sono piuttosto buone, anche se le clean vocals di Janos sono da rivedere in toto. L’artwork è davvero ottimo, uno dei migliori che ci sia capitato di vedere negli ultimi tempi; il DVD allegato al lavoro non aggiunge né toglie nulla a quanto già detto. In definitiva i Resurrecturis si fanno del male da soli con la loro smania di mettere troppa carne al fuoco e la ricerca esasperata di melodie. I ragazzi rimangono dei soggetti da tenere d’occhio, ma la magia sprigionata dai solchi di “The Cuckoo Clocks Of Hell” viene ripresa solo in minima parte da “Non Voglio Morire”.