7.5
- Band: REVENGE
- Durata: 00:40:55
- Disponibile dal: 13/11/2015
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
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Era legittimo pensarlo. Vi comprendiamo. Il passaggio di quegli invasati terroristi sonici dei Revenge su Season Of Mist, dopo le barbare campagne d’odio portate a termine con successo sotto il vessillo della Nuclear War Now!, deve avervi fatto nascere timori di un indecoroso ammorbidimento da parte del duo canadese (trio dal vivo). Rasserenatevi. Sorridete. L’olocausto non è mai stato tanto grandioso, torture e stermini così osceni e ributtanti. Ciò è avvenuto proprio quando la band ha alzato il tasso tecnico, migliorato la registrazione, affilato le armi: l’incontenibile furia omicida da sola non basta per provocare danni fisici e mentali al prossimo. Bisogna sapere come muoversi, gestire il flusso emotivo con un pizzico di freddezza per non assestare colpi a vuoto. E concentrarsi bene sul bersaglio. “Behold.Total.Rejection” è un concentrato di tutto il metal estremo più perverso in circolazione, la perfetta colonna sonora della depravazione, degli istinti deviati dell’essere umano, del suo sprezzo per la dignità altrui e la sua schifosa sete di sofferenza: se un giorno ci sarà una serie televisiva basata su “Crossed” (il rivoltante fumetto partorito dalla mente di Garth Ennis), a musicarla ci saranno i Revenge. Un branco di lupi lanciato verso un gregge di placidi agnelli si comporterebbe con maggior bon-ton e garbo; James Read e Vermin, i due soli musicisti responsabili di cotanta macelleria, vi sbranano vivi, passando in rassegna le ali più estremiste di death, black, grindcore e crust/d-beat. Il disco va vissuto tutto d’un fiato, è poco credibile che andiate a concentrarvi su alcune tracce piuttosto che su altre: non c’è un attimo di pace, non ci sono istanti di sollievo, si viene incessantemente crivellati da una mitragliatrice dalle munizioni inesauribili. Eppure, la varietà di colpi e la loro funzionalità nello stringervi in un angolo e bastonarvi fino alla vostra completa deturpazione, è qualcosa di impressionante. I meriti più grossi vanno ascritti a una performance dietro i tamburi clamorosa, che per idee, potenza, varietà e sensibilità – intesa come la capacità di capire cosa serva suonare in un determinato momento, dando cambi di marcia annichilenti ai brani – si contraddistingue come una delle più entusiasmanti udite quest’anno. Se il blast-beat, declinato con tocco personale secondo un ampio ventaglio di soluzioni, la fa da padrone, gli spaccati di pura ignoranza, quelli in cui il rullante viene martoriato in apparente sprezzo delle regole come spesso accade nella frangia più bestiale del death/black odierno, sono affrontati con ben altra classe rispetto alla media. L’intersezione fra pattern grezzissimi e altri più elaborati è condotta con singolare maestria, e su questa scattante base ritmica le chitarre affogano nel marciume e nella tossicità, raggrumate in un suono denso e soffocante, al quale non manca comunque un suo bieco dinamismo. I migliori Misery Index e Nasum, il d-beat più mostruoso di scuola Doom e primi Discharge, la cattiveria dei Marduk, la devianza dell’extreme metal canadese, si sfregiano a vicenda in composizioni che tritano note e sputano fuori tragedie, ma non si accontentano del semplice impatto. La brutalità dei Revenge punta a creare disagio, angoscia, a polverizzarvi fisicamente e distruggervi mentalmente, modulando i rari tempi medi in modo irregolare, scatenando la furia degli elementi con varianti poco sfruttate dal metal estremo contemporaneo. Essenziali nell’incutere profonda paura sono i growl più gutturali, filtrati e distorti secondo scelte estetiche che rispondono a un insopprimibile bisogno: quello di disgustarci. Nel loro campo, c’è poco da discutere, i Revenge rimangono dei maestri di vita: se ne avete fin sopra i capelli di metal estremo emotivo e di toccante sensibilità, “Behold.Total.Rejection” è l’album che fa per voi!