8.0
- Band: REVOCATION
- Durata: 00:47:21
- Disponibile dal: 29/09/2009
- Etichetta:
- Relapse Records
- Distributore: Masterpiece
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Probabilmente il nome risulterà nuovo ai più, ma i bostoniani Revocation sono un trio che nel giro di qualche anno non ha certo faticato a farsi conoscere tra gli appassionati della scena techno-thrash, tanto da garantirsi un contratto con la sempre più attiva Relapse Records. Non si può sbagliare con questi tre ragazzi che sfoggiano magliette che spaziano dai Decrepith Birth agli Atheist passando per i Dark Angel: gli appassionati del thrash più selvaggio e sanguigno possono stare tranquilli, dato che i Revocation non buttano mai la faccenda sul lato puramente tecnico sminuendo o diluendo l’irruenza sonora che rimane sempre protagonista assoluta della proposta sconfinando spesso e volentieri in lidi death. Anche se uscito solo lo scorso anno, il debut autoprodotto “Empire of The Obscene” è storia antica e la band in pochissimo tempo ha colmato la più grande lacuna che gravava sul suo precedessore: le undici tracce che compongono il nuovo lavoro si lasciano apprezzare dopo pochi ascolti e non sembrano una semplice accozzaglia di riff e tecnicismi che alla lunga risultavano alquanto deleteri per le composizioni. Nei quasi cinquanta minuti a loro disposizione gli americani difficilmente staccano il piede dall’acceleratore, trasportando l’ascoltatore in un vortice di riff, break e ripartenze e tanta sana violenza: il doppio ruolo di singer condiviso da Anthony Buda e David Davidson – rispettivamente alle prese anche con basso e chitarra – funziona alla grande alternando scream al vetriolo a growl cavernosi che ben si amalgamano con i continui blast-beat e alle parti più irruente e selvagge. Escludendo l’introduzione, la coinvolgente traccia strumentale “Across Forests And Fjords” e la conclusiva e maggiornamente progressiva “Tragedy Of Modern Ages”, le altre tracce che compongono il lavoro ripropongono bene o male la stessa collaudata formula che, pur senza brillare per originalità, funziona senza mezzi termini. Se ancora non fossimo riusciti a convincervi, aggiungete anche una riuscita vena melodica fortunatamente lontana dall’essere stucchevole e una produzione potente e assolutamente debordante che completa nel migliore dei modi l’apocalittico quadro sonoro dipinto dal combo. Consigliato a tutti gli amanti del thrash più selvaggio e a tutti gli amanti dei tecnicismi esasperati ma non fini a se stessi.