REVOCATION – New Gods, New Masters

Pubblicato il 21/09/2025 da
voto
7.5
  • Band: REVOCATION
  • Durata: 00:44:21
  • Disponibile dal: 26/09/2025
  • Etichetta:
  • Metal Blade Records

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Mettiamo subito in chiaro una cosa: la qualità in studio espressa dai death-thrasher statunitense Revocation è sempre stata su livelli medio-alti, con i secondi a prevalere, se vogliamo essere precisi. Ed il precedente lavoro, il “Netherheaven” di tre anni fa, aveva toccato il punto più alto della loro carriera discografica. Ecco perchè il nuovo, e giustamente atteso, “New Gods, New Masters” giunge sui nostri scaffali metallici con l’oneroso compito di rispettare e quindi continuare l’eccellenza artistica maturata dalla band americana.

A tal proposito, assicuriamo prontamente i gentili utenti: il nono capitolo realizzato dal combo di Boston non abbasserà assolutamente i toni entusiasti finora innalzati, proseguendo pertanto la striscia positiva costruita da David Davidson e compagni, i quali, nel frattempo, sono aumentati di numero. Oltre al cambio di bassista, con l’ingresso di Alex Weber al posto di Brett Bamberger, ad arricchire il corposo lavoro delle chitarre è entrato in formazione anche Harry Lannon; innesto che, di fatto, ha donato maggior libertà alla creatività tecnica dello stesso Davidson.

Ed il risultato di questa nuova line-up sono i nove pezzi di “New Gods, New Masters”, il cui monito principale è la decadenza umana, alle prese con la lenta marcia verso una distopia tecnologica, guidata dall’inesorabile avanzamento dell’intelligenza artificiale. Concetto preponderante su cui si basa anche la magnifica copertina, realizzata ancora una volta dal nostro Paolo Girardi.
Entrando nello specifico, la title-track, “Confines of Infinity”, “Dystopian Vermin” e la conclusiva “Buried Epoch” si manifestano come brani hot dell’intero lavoro, grazie al loro mix accattivante di tecnicismi thrash, melodie prog, stacchi virali su lidi death metal, con la sezione ritmica – Weber in primis – a farla da padrona. Ma non solo: come già avvenuto in passato, anche in “New Gods, New Masters” troviamo illustri ospiti dietro al microfono. Se Travis Ryan dei Cattle Decapitation si è dilettato a condividere vocalmente la menzionata “Confines of Infinity”, ad impreziosire “Cronenberged” (a definire la passione di Davidson nei confronti di David Cronenberg) ci ha pensato Jonny Davy dei Job For A Cowboy. Ma la chicca arriva proprio sul finale, con Luc Lemay dei Gorguts ad appesantire ulteriormente la malinconica “Buried Epoch”. E ancora, tra le altre segnaliamo pure la furiosa “Data Corpse” e “Sarcophagi of the Soul”, tappezzata di riff da cima a fondo.

Tuttavia, e arriviamo al dunque, ciò che manca nel nuovo lavoro, o meglio, risulta meno marcata rispetto al celebrato “Netherheaven”, è la doppia componente aggressività-intensità, vero punto di forza di quell’album. Brani come “Diabolical Majesty”, “Nihilistic Violence” o “God Forsaken” spiccavano proprio per la loro attitudine thrash che andava oltre il tecnicismo, sul quale invece i Nostri oggi si sono leggermente impuntati, creando atmosfere più cupe e intricate, sicuramente in linea con il mood lirico del nuovo disco, ma che alla lunga tolgono quel piglio più esplosivo e godereccio, presente e decisivo per le sorti del penultimo lavoro firmato Revocation.

Tornando al concetto iniziale, la qualità di “New Gods, New Masters” resta dunque innegabile, e chi ha seguito fino ad oggi la band statunitense non rimarrà deluso, anche se la precedente verve bellicosa e selvaggia, ha lasciato il posto ad una struttura più articolata e chirurgica che non sempre si rivela altrettanto espressiva.

TRACKLIST

  1. New Gods, New Masters
  2. Sarcophagi of the Soul
  3. Confines of Infinity
  4. Dystopian Vermin
  5. Despiritualized
  6. The All Seeing
  7. Data Corpse
  8. Cronenberged
  9. Buried Epoch
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