7.0
- Band: REVOCATION
- Durata: 00:22:00
- Disponibile dal: 25/09/2012
- Etichetta:
- Scion A/V
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Teratogenesi: dal greco, “creazione di mostri”. I bostoniani Revocation tornano con la loro personale creatura, appena partorita e già pronta a mietere vittime. Un “cucciolo”, un EP della durata di poco superiore ai venti minuti, già in grado di camminare sulle proprie gambe, per nulla inferme e sostenute (come sempre) dalla chitarra di “papà” David Davidson, uno di quegli artisti in grado di fare la differenza in qualsiasi band. Cresciuto artisticamente al Berklee College Of Music, il giovane chitarrista ha fuso le proprie personali influenze (Dimebag Darrel, Marty Friedman e Slash, tra gli altri) con lo studio della poliritmia e del jazz, maturando un approccio strumentale che rende i Revocation una band sicuramente “mostruosa”. Davvero non ce la sentiamo di definire death metal quello che ci propongono i bravi statunitensi, preferendo avvicinare la loro musica ad un generico (ma paradossalmente più corretto) “extreme-metal”, in cui sfuriate thrash coesistono amabilmente e ferocemente con screaming acidi e growling death, mai eccessivamente gutturali e sempre e comunque intellegibili. Una produzione assolutamente devastante (ascoltateli in cuffia e preparatevi a sobbalzare abbassando il volume) valorizza l’assoluta simbiosi tra basso e chitarra, i quali si rincorrono continuamente in un susseguirsi di riff ultra-tecnici e fraseggi atti a rendere riconoscibile ogni capitolo di questo breve CD. Immaginerete che la chitarra del buon Davidson è qui l’assoluta protagonista, mettendosi in luce con assoli assolutamente incredibili, mai finalizzati ad un orgasmo strumental-masturbatorio ma bensì asserviti al brano, il quale sembra assorbirli come un simbiota alieno per poi partorirli ad ogni ascolto sempre più potenti e ricchi di dettagli. Stop-and-go annichilenti, sonorità che esulano dal genere proposto, rendendo il tutto più dinamico e inaspettato, fanno di questo bel “Teratogenesis” un preludio ad un futuro capolavoro ed un disco che ha il merito di poter essere potenzialmente apprezzato da diverse tipologie di fruitori musicali. Teniamo il voto “basso”, trattandosi comunque di sole cinque tracce, aspettando fiduciosi la prossima prova su lunga durata.