7.0
- Band: REVOLTONS
- Durata: 00:57:45
- Disponibile dal: //2009
- Etichetta: My Graveyard Productions
- Distributore: Masterpiece
Terzo album per i Revoltons, band friulana che con questo “Underwater Bells” consolida la sua posizione a buoni livelli tra le metal band dell’underground nostrano. Lo stile del quintetto è un power metal abbastanza moderno, di derivazione americana e quindi fatto di riff aggressivi e melodie presenti ma mai sdolcinate. Si notano anche elementi più vicini al thrash, qualche spruzzata di prog nelle ritmiche e inserti di tastiera ad opera dello stesso produttore Luigi Stefanini. Come gruppi di riferimento si potrebbero citare i Sanctuary, i Symphony-x meno articolati o gli Angel Dust, questi ultimi stilisticamente più vicini anche per via della voce potente e allo stesso tempo graffiante del singer Andro. L’iniziale “The Pure Soul Cry” mette proprio in evidenza le capacità del cantante, abile sia sulle strofe dove utilizza un approccio più espressivo, che sui ritornelli dove raggiunge tonalità altissime. Un brano potente fatto di riff thrashy accompagnati da un drumming vario e soli pregevolmente eseguiti. Queste sono orientativamente le coordinate su cui si muove “Underwater Bells”, un lavoro composto da ben quindici tracce comprendenti anche qualche intermezzo che aiuta a creare un’atmosfera più intensa e a legare brani diretti e incisivi come la tirata “Berserker”, dal ritornello abbastanza arioso, o “Rotten Equilibrium”, pezzo nel quale il guitar work melodico ma allo stesso tempo moderno e aggressivo ricorda i conterranei Raintime. Composizioni ispirate e abbastanza personali come la veloce titletrack o l’ottima “Death To Leave Eternity” sono gòi episodi dove il gruppo trova il bilanciamento ideale tra la potenza dei riff e le melodie di linee vocali che raggiungono in questi casi note puttosto alte. Un po’ scontati invece ritornelli di matrice più spiccatamente power dell’up-tempo “The Last Witch” e della progheggiante “One And Silence”, dove troviamo anche un assolo di Luca Michael Martina, ex-chitarrista dei già citati Raintime. Il gruppo è anche preparato su tempi più rilassati, come dimostra il discreto lento “London Fall”. Si poteva pretendere qualcosa di più a livello di suoni ma questo non intacca quanto di buono fatto dai Revoltons su “Underwater Bells”, un disco che sicuramente permetterà alla band di raccogliere nuovi consensi.