7.0
- Band: PANTERA , REX BROWN
- Durata: 00:48:54
- Disponibile dal: 28/07/2017
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
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Rex Brown non ha certo bisogno di presentazioni, la sua vita profuma di rock e metal in modo pazzesco. Questo ‘ragazzo’ nato in Texas è partito dal nulla riuscendo a toccare i vertici delle classifiche mondiali insieme ai Pantera, per poi ricominciare insieme ai Down dell’amico Phil Anselmo e dedicarsi inoltre a diversi progetti e collaborazioni, come i Kill Devil Hill. Oggi Rex oltre a picchiare con il suo basso, imbraccia una chitarra e si mette dietro al microfono per raccontarci la sua musica in questo primo album solista intitolato semplicemente “Smoke On This…”. Musicalmente il disco si discosta da ciò che Brown ci ha abituato ad ascoltare, eppure da questo intrepido texano difficilmente ci saremmo aspettati qualcosa di diverso. I brani del nuovo disco sono un manifesto delle influenze musicali con cui questo artista è cresciuto, rock duro, blues, un tocco di metal, di Sud e perfino richiami a band quasi insospettabili. “Lone Rider” apre le danze con un bel giro di chitarra, un potente heavy rock di matrice anni settanta bello tosto grazie al muro di chitarre ed a una solida sezione ritmica. “Crossing Lines” invece non fa nulla per nascondere l’amore di Rex Brown nei confronti dei Led Zeppelin, basta ascoltare i primi giri di chitarra per riconoscere il sound creato una vita fa da Jimmy Page. Con “Buried Alive” l’apporto melodico esce fuori, definire il brano una classica ballad sarebbe riduttivo in quanto, nonostante l’atmosfera soft, la band non rinuncia a regalare scariche adrenaliniche in particolar modo durante l’assolo di chitarra. “Buried Alive” è una canzone che assume un significato molto particolare, in quanto diventa una sorta di confessione di Rex a seguito della morte di Dimebag Darrel, suo compagno di band nei Pantera, e del periodo buio affogato nell’acool che ne è derivato. La catchy “Grace” stupisce non poco, nessuno si aspetterebbe un brano del genere da Brown, eppure non c’è timore nell’osare qualcosa di diverso. Uno dei brani più interessanti del disco, “Best Of Me”, chiama in causa niente meno che i Pink Floyd durante i lunghi intermezzi strumentali e psichedelici che si alternano alle parti più rock. Al microfono Rex Brown non brilla particolarmente, la sua performance vocale si rivela passabile, senza infamia e senza lode, ma siamo certi che nessun altro avrebbe potuto raccontare in modo migliore i testi e le storie che compongono “Smoke On This…”. Un disco onesto, variegato ed un ritratto di un musicista che dopo aver toccato il cielo e rischiato l’inferno, si è rimboccato le maniche rimettendosi in gioco.