8.0
- Band: RHAPSODY OF FIRE
- Durata: 01:06:11
- Disponibile dal: 26/11/2021
- Etichetta:
- AFM Records
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Il lungo cammino dei Rhapsody (divenuti solamente in seguito Rhapsody Of Fire), iniziato ormai nel lontano 1997 con l’indimenticabile “Legendary Tales”, ora può vantare un nuovo importante capitolo all’interno della propria discografia con la pubblicazione del tredicesimo disco in studio, un nuovo sigillo musicale intitolato “Glory For Salvation”. Una formazione che appare sempre più rodata e a proprio agio grazie soprattutto al talento esplosivo di Giacomo Voli, per il secondo full-length al comando del timone dietro al microfono, e del chitarrista Roberto De Micheli, membro originario della band ma uscito dopo poco tempo e tornato solamente nel 2011, dopo la separazione dallo storico Luca Turilli. Il primo è autore di un’altra prova strabiliante con la propria voce, capace di salire a livelli altissimi con scioltezza e personalità, ma anche di trasmettere vibrazioni importanti dimostrando una dinamicità notevole. Il secondo è un musicista sempre in grado di dare un enorme contributo pur restando, a tratti, in ombra: i suoi riff e le sue divagazioni chitarristiche, con assoli equilibrati ma di gran classe, donano una marcia in più alle composizioni, anche stavolta scritte del mastermind Alex Staropoli. Brani che, dal punto di vista sonoro, seguono ciò che avevamo ascoltato nell’ultimo, sorprendente disco di casa Rhapsody Of Fire – quel “The Eighth Mountain” dato alle stampe nel 2019, capace di riportare il gruppo giuliano ai fasti del passato grazie a sonorità raggianti, positive e dal mood maggiormente eroico, abbandonando quell’aria cupa che aveva pervaso le uscite precedenti.
Nessuna intro, per la prima volta nella propria storia la band decide di iniziare subito con le marce alte: “Son Of Vengeance” è un brano efficace, che parte forte spinto dalle tastiere di Alex, capaci di esaltare attraverso ritmiche coinvolgenti che conducono ad un bel ritornello. “The Kingdom Of Ice” è un uptempo che viaggia deciso attraverso sonorità per cui, negli anni, i Rhapsody hanno fatto scuola. Cori più possenti e valorosi guidano la strada tumultuosa della titletrack, prima di lasciar spazio agli strumenti medievali che colorano “Terial The Hawk ”, magica ballata dalle influenze folk. E’ con la lunga “Abyss Of Pain II” che entriamo nel vivo del disco: le tastiere penetranti di Staropoli aprono una composizione che si dilunga per oltre dieci minuti, tra cambi di tempo ed atmosfere, abbracciando suoni cupi insieme al cantato a tratti aggressivo di Giacomo, alternandosi a passaggi più intensi e in lingua italiana fino ad un ritornello dal pathos crescente. Le tuonanti “Maid Of The Secret Sand” e “Infinitae Gloriae” ci riportano su territori classici con il loro micidiale symphonic power metal ricco di sfuriate possenti e orchestrazioni prorompenti, prima che il cielo si apra per lasciar spazio alla vera e propria lenta del disco; “Magic Signs” è un pezzo coinvolgente e ricco di teatralità, che ritroviamo in chiusura anche nelle versioni in italiano (“Un’Ode Per L’Eroe”) e spagnolo (“La Esencia De Un Rey”). “Chains Of Destiny” è la perfetta chiusura del disco, una cavalcata entusiasmante ed eroica che viaggia spinta dalla batteria forsennata di Paolo Marchesich – new entry all’interno della band ed autore di una prova piuttosto convincente – e dal lavoro magistrale di Roberto alle sei corde.
L’eccellente stato di forma dei Rhapsody Of Fire viene confermato in questo “Glory For Salvation”, disco che pur ripresentando tutti gli stilemi classici di un genere inventato dalla stessa band triestina, riesce a suonare fresco e frizzante grazie ad un mix letale composto da ispirazione compositiva, talento dei musicisti ed una produzione stellare. Una cosa è certa: i maestri del symphonic power metal non hanno ancora intenzione di scendere dalla loro cattedra!