8.0
- Band: RHAPSODY OF FIRE
- Durata: 00:53:03
- Disponibile dal: 30/04/2010
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Sono passati più di quattro anni dall’ultimo “Triumph Or Agony” e finalmente i Rhapsody Of Fire, risolte le beghe legali con l’etichetta di Joey De Maio, ritornano a farci sentire qualcosa di nuovo dando alle stampe il settimo full length della loro carriera. Se i precedenti “Symphony Of Enchanted Land II” e “Triumph Or Agony” avevano puntato su ritmiche più blande e un supporto sinfonico assai imponente, il nuovo lavoro ritorna per certi versi alle sonorità più snelle e powereggianti degli esordi. Le parti sinfoniche rappresentano come sempre un ingrediente chiave nel sound dei Rhapsody, ma in questa occasione emergono anche altre sfaccettature come alcune tendenze progressive in grado di conferire una maggior imprevedibilità ad alcune canzoni. L’opener “Sea Of Fate”, la successiva “Crystal Moonlight” e “Raging Starfire” sono tipiche canzoni power metal sinfoniche in pieno stile Rhapsody che non aggiungono molto dal punto di vista stilistico rispetto a quanto già proposto dalla band, ma risultano altresì convincenti grazie soprattutto alla presenza di linee vocali ispirate nel refrain portante, mentre già con l’ottima “Reign Of Terror” i nostri sperimentano atmosfere orrorifiche con tanto di scream vocals del singer Fabio Lione che evocano suggestioni black metal melodico, andando ad esplorare i sentieri precedentemente battuti con “When Demons Awake” (dal disco "Power Of The Dragonflame"), in maniera ancor più convincente. Il disco prosegue con l’ormai immancabile, e per questo prevedibile, episodio folk; “Danza Di Fuoco E Ghiaccio” è la classica canzone zeppa di flauti, incentrata su sonorità acustiche cui i Rhapsody ci hanno abituati da qualche disco a questa parte, apprezzabili le linee vocali interpretate da un Lione in versione Branduardi, ma i sei minuti abbondanti sembrano eccessivi. Convince in pieno, invece, la ballata “Lost In Cold Dreams”, in cui dopo una strofa minimale esplode un ritornello epico e maestoso tra i più belli dell’intero lavoro. Nel finale la qualità rimane di primissimo livello grazie ad un pezzo articolato come “On The Way To Ainor”, in cui si alternano sfuriate a tutta velocità e parti operistiche tenute insieme da un ritornello al solito molto immediato di stampo corale, ma soprattutto con la titletrack in chiusura. I dieci minuti e passa di “The Frozen Tears Of Angels” vengono introdotti dalla consueta parte narrata e si sviluppano su ritmiche ed atmosfere differenti che evidenziano il carattere progressivo della band. Nel pezzo in questione emergono numerose parti cantate in italiano tra cui spicca un pregevole bridge di stampo cantautorale, bizzarro eppure ideale nel lanciare il bellissimo ritornello in cui Lione si esalta nella linea vocale epica e non banale. La pausa forzata sembra aver giovato ai Rhapsody Of Fire, il songwriting appare ispirato e i cali di tensione sono ridotti al minimo, le caratteristiche epico-sinfoniche della band sono rimaste intatte eppure emerge non lontana la voglia di ampliare ulteriormente un sound unico che non mancherà neppure stavolta di entusiasmare tantissimi appassionati.