7.5
- Band: RHYME
- Durata: 00:47:00
- Disponibile dal: 05/12/2012
- Etichetta:
- Bakerteam Records
- Distributore: Audioglobe
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Dopo il primo cazzotto di “Fi(r)st”, tornano alla carica con “The Seed And The Sewage” i Rhyme, band tricolore all’anagrafe ma americana nell’anima, in virtù di un sound riconducibile a quelle sonorità alternative rock che da sempre gravitano nelle zone alte delle classifiche a stelle e strisce. Forti del loro pedigree da esportazione – ricordiamo, oltre alle apparizioni nazionali di spalla ai Papa Roach, la partecipazione al Rocklahoma Festival di fianco a mostri sacri quali Black Label Society, Motley Crue e Staind – i Nostri si presentano ai nastri di partenza con una lotto di canzoni ancora più potenti, destinate a fare breccia anche al di fuori dei patri confini grazie al nuovo deal siglato con la sempre più lanciata Bakerteam Records. Sopra le righe, come sempre, la prova del singer Gabriele Gozzi, autentico animale da palcoscenico cresciuto nella giungla dell’hard-rock, e del chitarrista Matteo Magni, le cui corde vibrano sotto il peso di riff grooveggianti di stampo nu-metal per poi prendere il volo sulle note vibrate di assoli più classici, ma pregevole è anche l’operato della sezione ritmica, composta dal bassista Riccardo Canato e dal nuovo entrato Vinnie Brando alla batteria, a conferma di come la formazione lombarda sia ormai una rodata e cromata macchina da rock. Detto di una tracklist compatta e priva di cali di tensione, dove scegliere diventa difficile come a una finale di un concorso di bellezza, spiccano tra le altre il trascinante primo singolo “The Hangman”, la festaiola “Party Right” e la corale “Victim of Downturn”, degna chiusura prima della cover di “Wrong” dei Depeche Mode, resa in maniera personale anche se un po’ slegata dal resto dell’album. Professionali, potenti e melodici: come direbbe un famoso giudice di X-Factor, cari Rhyme siete davvero (in)credibili.