6.5
- Band: RIEXHUMATION
- Durata: 00:39:10
- Disponibile dal: 28/05/2021
- Etichetta:
- Lavadome Productions
Spotify:
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Giunge il tempo per i bresciani Riexhumation di pubblicare il primo titolo di lunga durata “The Final Revelation Of Abaddon”, in realtà dopo diversi anni dalla fondazione ufficiale del gruppo ed in seguito a qualche demo ed un EP introduttivi alla loro materia. Con il nuovo arrivato infatti, ci muoviamo ancora negli ambiti ben delineati del death metal di chiaro apprezzamento anni ’90, assolutamente diretto nell’impatto ma non avaro di preziosismi più tecnici che elevano la difficoltà dei pezzi e permettono soprattutto alla band di potersi muovere con più varietà intorno alla roboante potenza dei riff principali. Scorrendo la tracklist, ci si imbatte infatti in trovate di varie velocità ed umori a contorno dei momenti più aggressivi che compaiono sovente in tutte le canzoni, assalti frontali dove gli intermezzi in blastbeat e le voci alte e basse utilizzate contemporaneamente richiamano a gran voce l’eco più malefico di Deicide e Malevolent Creation in una sola botta. Anche la sezione solista è pulita e ben concepita, lasciando emergere ancora la distinta preparazione musicale dei Riexhumation, autori dotati di esperienza sulle spalle e salde radici old-school da cui poter attingere. Dispiace constatare come un tale e complesso disegno generale non sia stato forse adeguatamente supportato da una produzione che fosse all’altezza di queste aspettative: quello che dovrebbe essere infatti un disco piuttosto variegato e frizzante nei suoi svolgimenti, finisce per appiattirsi contro una monodimensionalità che non può essere ignorata e che mutila di molto il valore complessivo di questo lavoro. Momenti più concitati, atmosferici, oscuri e rabbiosi convivono tutti sulla stesso livello, senza enfatizzazioni che ne esaltino i passaggi ed i momenti salienti, senza i necessari cambi di dinamiche che avrebbero messo in luce le migliori capacità del combo. La sensazioni infatti che singole parti slegate si susseguano semplicemente, senza un vero filo comune ad unirle, permane e si rafforza con gli ascolti così da rendere poco riconoscibili tra loro le singole canzoni. Quando gli ingranaggi girano al meglio, come in “The Vectorcvlt”, “Embrace Of Nihility” o “Manifestation Of The Horned-Head Presence”, sembra che si riesca a superare lo svantaggio dei suddetti dettagli, ma quando subentra un poco di ripetitività nel songwriting, i nodi vengono al pettine e si perde la reale profondità di questi pezzi. Poco carattere ed un eccessivo ricorso a soluzioni ‘comode’ su cui appoggiarsi sono le criticità dirette di “The Final Revelation Of Abaddon”, ma siamo sicuri che il grosso del problema risieda nel carattere forse secondario per alcuni, ma assolutamente deleterio in questo caso di una produzione musicale poco nitida e troppo impastata, non al livello richiesto dalle doti comunque promettenti di questa formazione.