4.5
- Band: RINGS OF SATURN
- Durata: 00:44:26
- Disponibile dal: 17/10/2014
- Etichetta:
- Unique Leader
- Distributore: Masterpiece
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Che fine ha fatto la musica? Quella vera, suonata, improvvisata per ore nelle sale prove e studiata con gli strumenti in mano per poter realizzare con altri musicisti in carne ed ossa le soluzioni migliori che rendano un pezzo vincente, riuscito, in alcune occasioni immortale. Ci perdonerete la nostalgica introduzione, ma dopo numerosi ascolti di “Lugal Ki En” è questa la preoccupante domanda che più spesso è affiorata nelle nostre menti: perché di naturale, sincero o quantomeno spontaneo, in questo album, non vi è nemmeno la minima traccia. Noti alle cronache più per i loro “trucchetti” da studio (pare che la maggior parte della loro discografia non sia stata nemmeno fisicamente suonata e che si tratti in realtà di “canzoni” realizzate con programmi di scrittura digitale a cui poi sono stati aggiunti in studio suoni reali) che per la bontà delle loro composizioni, i Rings Of Saturn decidono definitivamente di esagerare, abbandonando quasi del tutto ogni legame con il genere di riferimento – un technical deathcore abbastanza tamarro e di poco gusto – e buttarsi anima e corpo in quel marasma anti-musicale da loro stessi definito “aliencore”. Escluso quindi ogni merito di carattere tecnico ed esecutivo, non rimane che un continuo e de-frammentato insieme disomogeneo di partiture musicali disparate ed incongruenti, gestite da un motore ritmico insensato e difficile da seguire nel suo incedere unito alla fin troppo spavalda prestazione chitarristica della coppia Joel Omans/Lucas Mann, che, abbandonato ogni scrupolo, ci propinano un’indigesta successione di riff muscolosi, innumerevoli ed improbabili breakdown sentiti milioni di volte e melodie iper-melense che creano una grottesca unione di pesante vs. orecchiabile da voltastomaco. I dubbi quindi che ci impedivano di vedere qualcosa oltre la sufficienza nei precedenti lavori non sono stati affatto limati ed attenuati dal combo americano, ma addirittura esagerati ed elevati a potenza nel nuovo “Lugal Ki En”, lavoro che esalterà forse i migliaia di follower che seguono le gesta dei loro beniamini sui social media, ma che nel mondo della musica reale sarà capace al massimo di provocare qualche isterica risata a tutti gli amanti del technical death metal temibile e concreto della vecchia guardia.