7.0
- Band: RINGWORM
- Durata: 00:38:17
- Disponibile dal: 03/05/2019
- Etichetta:
- Relapse Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
I Ringworm, mattatori della vecchia scena hardcore di Cleveland, hanno come primo pregio la perseveranza. Sono da sempre un gruppo di nicchia, pochi li amano davvero, ma più o meno regolarmente riescono a produrre album divertenti e genuini. Da qualche anno Human Furnace e compagni sono accasati presso la Relapse Records e una scuderia e un ambiente più vicini al metal hanno tutto sommato fatto sentire la loro influenza sulla consistenza della musica del gruppo statunitense. “Death Becomes My Voice”, in particolare, non presenta moltissime affinità con il sound di formazioni hardcore-metal o crossover come Integrity e Cro-Mags, un tempo considerati cugini e primarie fonti di ispirazione; a ben vedere, la quarantina di minuti di questo nuovo disco si rivela soprattutto una scorribanda thrash metal slayeriana mescolata solo a tratti con un hardcore di estrazione popolare. Se il collega Dwid Hellion tende ormai ad impostare la musica dei suoi Integrity su melodie complesse e strutture raffinate, scegliendo soluzioni mai banali per un genere che spesso cade vittima dei propri cliché, i Ringworm vanno praticamente nella direzione opposta, proponendo brani aggressivi e veloci (si ricorre persino ai blastbeat), suonati con quella sincerità e passione che hanno sempre ripagato il succitato frontman James “Human Furnace” Bulloch. In questo caso, va comunque sottolineato come la band metta sul piatto una buona ispirazione e vena interpretativa, riuscendo nell’impresa di catalizzare mood fondamentalmente classici senza mai cadere nella trappola della prevedibile derivazione. I riff, insomma, funzionano e le trame procedono fluide, evitando giustamente parentesi macchinose o lungaggini di ogni tipo. A volte, quando al cospetto di qualche spunto più melodioso, ci si imbatte pure in un velo di epicità, e questo non può che essere un bene, trattandosi di un elemento che, pur in un contesto comunque ‘ignorante’, denota una certa crescita tecnico-compositiva nel gruppo. A conti fatti, “Death Becomes My Voice” si lascia dunque ascoltare assai volentieri, rivelandosi uno dei migliori lavori targati Ringworm da parecchio tempo a questa parte. Questo è il genere di conferma che vogliamo da loro dopo ventotto anni di carriera.