8.0
- Band: RIOT , RIOT V
- Durata: 01:01:03
- Disponibile dal: 27/10/2014
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
Chi scrive non avrebbe mai scommesso un centesimo in merito alla prosecuzione della carriera dei Riot, a causa della scomparsa del mastermind Mark Reale, sconfitto da un’emorragia cerebrale, nonchè dal morbo di Crohn contro cui ha lottato per anni. Quando i restanti componenti hanno deciso di portare comunque avanti questa avventura, naturalmente avvalorata dalla benedizione della famiglia Reale, sono sorte alcune spiacevoli polemiche sollevate da alcuni fans infervorati. Quest’ultimi hanno tacciato i Nostri in maniera illegittima di voler lucrare sul prematuro decesso del chitarrista italo-americano. Peccato che in oltre trentacinque anni di attività, la band abbia riscosso un successo commerciale inversamente proporzionale a quanto dimostrato sul campo, composto di una discografia densa di dischi di alta qualità. Lasciate alle spalle le inutili e velleitarie polemiche, l’attuale compagine composta dal bassista Don Van Stavern, dai chitarristi Mike Flyntz e Nick Lee, dal batterista Frank Gilchriest e dal cantante Todd Michael Hall ha deciso di ribattezzare il progetto come Riot V. La nuova denominazione rappresenta semplicemente un doveroso tributo pagato nei confronti dei cinque frontman che hanno cavalcato con risultati straordinari, ognuno con le proprie inimitabili caratteristiche, questo indomito destriero di acciaio inossidabile. Non c’era dunque titolo più appropriato per rappresentare al meglio il contenuto del quindicesimo full length rilasciato dalla band americana. “Unleash The Fire” rappresenta la volontà dei Nostri di non desistere dinnanzi ad un destino avverso, tributando al contempo un ossequioso dazio nei confronti del padre fondatore. Difatti il disco prosegue con coerenza il discorso lasciato in sospeso tre anni fa con “Immortal Soul”, l’immediato predecessore che ha riportato le quotazioni della band ai tempi del magnifico “Thundersteel”. Certo, in questa occasione si avverte la mancanza della squillante ugola al titanio di Tony Moore, ma il buon Hall dimostra di cavarsela egregiamente anche nelle parti più impegnative. Sin dalla presenza sulla (pacchiana) copertina della simpatica mascotte Johnny, appare palese che i Riot V abbiano voluto rispettare in ogni aspetto il concept audiovisivo plasmato nel tempo dallo sfortunato leader. I dodici episodi che costituiscono “Unleash The Fire” si snodano prevalentemente attraverso una serie di violente rasoiate al calor bianco, scagliate con efferato vigore dal rapido incedere di “Ride Hard Live Free” e “Fight Fight Fight”. La regale epicità di “Fall From The Sky” dimostra che gli allievi hanno imparato alla perfezione la lezione impartita dal maestro. Gli efferati riff portanti scolpiti forgiati nel fuoco dalla title track e da “Bring The Hammer Down” sono capaci di far impallidire gli attuali ed imbolsiti Judas Priest. “Metal Warrior” invece è una roboante anthem meritevole di ricordarci ancora una volta che non è necessario assumere comportamenti pacchiani per colpire diretti al cuore del metallaro duro e puro. Lor signori si concedono un meritato brindisi dedicato ai bei tempi andati (“Take Me Back”), permettendosi il lusso di imbarcarsi in una lieve sbandata autocitazionistica (“Return Of The Outlaw”) Non mancano un paio di episodi meritevoli di smorzare la tensione accumulata. Ci riferiamo alla piacevole ballata “Immortal”, ma soprattutto alla regale musicalità profusa dal sontuoso epilogo di “Until We Meet Again”, pregevole epilogo che risveglia in noi il desiderio di veder continuare a splendere tra le stelle il nome dei Riot V. Commovente.