7.0
- Band: RITUALIZATION
- Durata: 00:45:00
- Disponibile dal: 03/02/2017
- Etichetta:
- Iron Bonehead Prod.
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Con i Ritualization torniamo a scandagliare i cunicoli più luridi e bui dell’underground francese. Una scena che ha già dato i natali a gente come Antaeus, Hell Militia, Necrowretch e Temple of Baal, immersa in uno stato perpetuo di follia omicida in cui l’unica lingua parlata è quella del sangue, della violenza scriteriata, ben lungi dal frenare i propri impulsi o dallo smettere di vomitare nuove realtà. Licenziato dalla ‘solita’ Iron Bonehead, “Sacraments to the Sons of the Abyss” è la prima prova sulla lunga distanza per il quintetto di Orléans, e nei suoi tre quarti d’ora di durata ci mette in contatto con una band dallo stile indiscutibilmente ruvido e rétro, ma che a differenza di tante altre formazioni old school non sembra interessata a copiare/omaggiare i vari “Left Hand Path” e “Mortal Throne of Nazarene”. Come nel caso dei suddetti Necrowretch, il death metal dei Nostri risente fortemente dell’influenza di certo black e speed thrash, con ritmiche forsennate e deraglianti, linee vocali a dir poco invasate (molto più vicine allo screaming che al growling) e un lavoro di chitarra che guarda alle barbarie di Angelcorpse, Grotesque e Merciless, per una tracklist di dieci episodi che definire bestiale sarebbe quanto meno eufemistico. Nessuna resa, nessun compromesso: a dispetto di un minutaggio piuttosto corposo (il quale lascerebbe presagire una certa varietà ritmica), i brani suonano in tutto e per tutto come dei treni lanciati a folle velocità verso l’Armageddon, all’insegna di un’attitudine ‘trve’ più che mai ostentata. Certo, i Ritualization non possiedono ancora i riff e l’inventiva degli autori dell’imminente “Satanic Slavery”, finendo spesso e volentieri per ripetersi a livello di strutture e arrangiamenti, ma non per questo il loro arsenale risulta meno affilato e letale. Tracce come “The Graveyard Coven”, “Revealed in Terror” o “Morbid Magick Stigmata” sono qui a dimostrarlo.