7.0
- Band: RIVAL SONS
- Durata: 00:47:43
- Disponibile dal: 09/06/2014
- Etichetta:
- Earache
- Distributore: Audioglobe
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Solo due anni fa, pochi (almeno qui in Italia) conoscevano i Rival Sons, che in poco tempo hanno bruciato le tappe fino a diventare una delle band più rispettate in circolazione, grazie alla loro buona musica e a devastanti concerti. Il nuovo “Great Western Valkyrie” non delude le aspettative e ci offre dieci canzoni vibranti di adrenalina e passione. L’iniziale “Electric Man” è scoppiettante: mentre Jay Buchanan gioca a fare il Robert Plant del nuovo millennio, il fido Scott Holiday sciorina riff tra il blues e l’hard rock in una commistione che mette insieme il sound degli anni Settanta con una produzione attuale, pulita e potente. Con “Good Luck” la band americana continua a offrire il suo cocktail rock di vecchia scuola, mentre la successiva “Secret” pigia il pedale sull’acceleratore ed incanta grazie alle calde sfumature soul delle linee vocali. Che Buchanan sia la colonna portante, il segno distintivo dei Rival Sons, ormai è assodato, ma sarebbe un errore sottovalutare il lavoro dei suoi colleghi. Holiday con la sua sei corde ci ricorda tutto il suo amore per i Led Zeppelin su “Play The Fool”, senza mai scadere nel plagio. Gli americani, infatti, pur prendendo grossi spunti dai grandi del passato, non rinunciano mai a mettere in mostra tutta la loro personalità. Il nuovo disco contiene brani molto vari, come la rock/psichedelica “Good Things”, la bluesy “Open My Eyes” o l’atmosferica “Rich And The Poor”. Quasi in conclusione troviamo uno dei brani più ispirati dell’intero lavoro, “Where I’ve Been”, tanto essenziale quanto colmo di emozioni. Le strofe lente, dolci ed eteree lasciano presto spazio ad un energico refrain dove la potenza soul di Buchanan si apre fino a togliere il fiato. “Great Western Valkyrie” si colloca solamente un gradino sotto rispetto al precedente “Head Down”, ma sta di fatto che anche in questo disco sono presenti alcuni tra i brani migliori che i californiani abbiano mai scritto. Considerare i Rival Sons come semplici esponenti dell’ultima ondata di retro rock sarebbe un grave errore perché, pur non nascondendo forti influenze settantiane, mettono cuore, personalità e tanta freschezza nella loro musica.