6.5
- Band: RIVERS OF NIHIL
- Durata: 00:40:46
- Disponibile dal: 15/10/2013
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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Il biglietto da visita degli statunitensi Rivers Of Nihil è di quelli che non lasciano propriamente indifferenti, anzi: contratto nientemeno che con la Metal Blade, produzione ad opera dell’ottimo Erik Rutan (davvero notevole, sulla quale ci soffermeremo in seguito), un concept affascinante ed impegnativo che prevede l’uscita di quattro full-length ciascuno riguardante una stagione e dove questo primo capitolo è quello relativo alla primavera… Insomma sembrerebbe proprio di non essere alle prese con il primo gruppo di sbarbatelli che ha deciso di suonare veloce e di far uscire un dischetto da far sentire agli amici. E in effetti dobbiamo dire che la loro preparazione tecnica ci colpisce piacevolmente sin dai primi ascolti (tuttavia dobbiamo dire che, specie quando si parla di death metal, una buona-ottima perizia tecnica ha smesso di fare realmente notizia), così come la loro capacità di tessere trame chitarristiche solide ed avvincenti ci fa capire di essere alle prese con dei ragazzi con un buon potenziale. Le tracce che compongono “The Conscious Seeds Of Light” sono piuttosto piacevoli e si assestano a metà strada tra il tradizionale e il moderno con da una parte svariati richiami a Morbid Angel (era “Domination”), e dall’altra ispirandosi a quanto di buono fatto da gruppi quali Meshuggah (specie nei segmenti più rallentati), Decapitated e, a tratti, anche Behemoth, dove la opening track, ad esempio, sembra uscire da “Zos Kia Cultus”. Tuttavia – ed è un discorso fatto e rifatto svariate volte – anche con questi ragazzi dobbiamo rimarcare che non bastano una buona tecnica e una miscela sonora di vari gruppi fondamentali a creare un gruppo altrettanto importante. Ciò che manca alla proposta musicale è un’identità vera e propria, un tratto distintivo, qualcosa che riesca a farceli distinguere in mezzo al marasma di uscite che quotidianamente affollano gli shop. D’altra parte, il fatto che uno dei principali punti di forza di un disco sia la produzione vorrà pur significare qualcosa. A tal proposito, ci sentiamo appunto di spendere due parole a favore di Erik Rutan, che in questa caso ha cucito un abito su misura addosso a questi ragazzi: un suono potente ma non bombastico, definito ma senza essere cristallino – come accade troppo spesso con vari gruppi techno-death – lasciando un velo di nebbia a rendere il suono più intrigante. Ma bastano un bel suono e una buona perizia tecnica a soddisfare i palati più esigenti affamati di death metal, specie in un anno di grazia come questo 2013? Certo, se siete amanti del genere, un ascolto ai Rivers Of Nihil lo potete tranquillamente dare, male non vi farà di sicuro. Dal canto nostro, aspettiamo gli sviluppi delle prossime stagioni. Per il momento andiamo di poco oltre la sufficienza.