7.0
- Band: RIVERS OF NIHIL
- Durata: 00:56:38
- Disponibile dal: 16/03/2018
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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Signore e signori: ecco a voi l’autunno. Proseguendo nel concept delle stagioni iniziato dai Rivers Of Nihil nel 2013 con l’album di debutto “The Conscious Seed Of Light” – ovvero la primavera – e proseguito con “Monarchy”, che rappresentava l’estate, il cammino continua in ordine cronologico con l’autunno, ovvero questo “Where Owls Know My Name”. L’autunno, universalmente riconosciuta come la stagione della morte, per i ragazzi di Reading (Pennsylvania) vuole essere un album di rinascita. E’ innegabile l’importanza che, in linea generale, è sempre celata dietro al terzo full length per un gruppo, che generalmente è quello della maturazione definitiva, quello in grado di farci capire una volta per tutte di che pasta è fatta una band. In tutta sincerità, però, nonostante i ripetuti e attenti ascolti, non siamo riusciti a trovare nei Rivers Of Nihil qualcosa che fosse in grado di far spiccare definitivamente il volo, sebbene, sia ben chiaro, ne riconosciamo un valore e un talento sopra la media generale. Iniziamo col dire che, come per i precedenti capitoli, sulla carta è tutto formalmente pressoché perfetto, iniziando dalla produzione, con questo suono davvero azzeccatissimo, pieno e corposo, senza essere spersonalizzante o eccessivamente fittizio: un vero abito su misura per i Nostri. Proseguiamo poi tessendo le lodi di un songwriting maturo, consapevole dei propri mezzi e che punta molto sull’espressività e sull’evocatività dei pezzi. Smussate le velleità techno death degli esordi e appresa la lezione di band come Fallujah e The Faceless, i Rivers Of Nihil ci presentano un death metal dalle tinte progressive molto variegato e ricco di sfaccettature, utilizzando vari artifici come synth e campionature orchestrali. L’aspetto che, in tutta sincerità, ci lascia più perplessi, è l’inserimento di queste parti di sax, come a donare un tocco ricercato e quasi intellettuale al tutto. Questo ci pare più un artificio che qualcosa di realmente utile e funzionale alla proposta: più un estremo tentativo di volersi distinguere che una reale necessità compositiva. E’ comprensibile che, in uno scenario dove i gruppi cercano in ogni modo possibile di emergere, venga utilizzato qualcosa di insolito, magari per cercare di stupire, ma in questo caso lo abbiamo trovato per lo più una forzatura. Il lato melodico ed evocativo è evidentemente un aspetto cruciale per i Rivers Of Nihil, che qui hanno introdotto anche varie linee melodiche vocali: più che di veri e propri chorus, però, parliamo di interventi, o intermezzi piuttosto che introduzioni, che fungono più da momenti di transizione che da veri e propri fulcri attorno a cui sviluppare l’intero brano. Alla resa dei conti, “Where Owls Know My Name” è un album piacevole da ascoltare, capace di momenti di intensità notevoli, di squisita armonia e pathos, ma anche alfiere di passaggi che francamente appaiono leggermente forzati – vedi gli intermezzi acquosi e arpeggiati. Da un lato abbiamo apprezzato l’intenzione di voler introdurre novità al suono dei Rivers Of Nihil, dall’altro crediamo che qualcosa possa ancora essere perfezionato. Tuttavia, se siete amanti del genere, ormai i Rivers Of Nihil dovrebbero rappresentare un appuntamento fisso. Aspettiamo fiduciosi un freddo inverno, mentre contempliamo le foglie che cadono.