7.5
- Band: ROAD SYNDICATE
- Durata: 00:46:16
- Disponibile dal: 10/07/2020
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I Road Syndicate giungono con “Smoke” all’album di debutto e, benchè questo sia a tutti gli effetti il primo full-length con questo moniker, non si tratta di certo di musicisti alle prime armi, dato che vi ritroviamo personaggi (la cui età rientra abbondantemente negli ‘anta’) come Fabio Lanciotti (Il Balletto di Bronzo, Banco, Enrico Capuano, Alice Pelle) alla chitarra, Lorenzo Cortoni (Johnny & The Gozzillas, The Blues Preachers, Tom “Bones” Malone) alla voce e una sezione ritmica composta da Emiliano Laglia (Aibhill Striga, Anno Mundi, Max Smeraldi) al basso e Cristiano Ruggiero (Post Scriptum, Cosmofrog, Graal) alla batteria: tutta gente, insomma, con tantissimi anni di esperienza, possibilmente passati a fare i turnisti, ma che ora decide di ritagliarsi uno spazio per dar vita ad un progetto proprio.
Il risultato è un disco di hard rock dalle tinte rock/blues, costruito su canzoni solide e arrangiate magnificamente: un autentico concentrato di energia, che riesce a coinvolgere sin dai primissimi ascolti. Non c’è nella loro musica alcun intento di stravolgere il genere o inventare necessariamente qualcosa: le loro influenze affondano le radici in tanti classici dell’hard rock settantiano, passando da Led Zeppelin, Deep Purple, Rainbow (e tanti altri che non stiamo a menzionare), rielaborate in uno stile che riesce ad essere accattivante e praticamente irresistibile. I riff di brani come “Why” o “Get Away” sanno conquistare sin da subito, così come le melodie di canzoni quali “Drifting” o “Not Coming Back”. Nella tracklist ritroviamo però anche qualche traccia un po’ più impegnativa come “Turning To Smoke”, davvero meravigliosa nella sua partenza acustica per poi andare in crescendo, alla quale fa quasi da contraltare la più scanzonata e diretta “Out Of My Head”. Di registro diverso, invece, “Silent Scream”, con un sound a nostro avviso più affine agli anni ’90 (tanto che ci ha un po’ ricordato i Pearl Jam). La band sceglie di includere anche una cover, “Do You Love Me” dei Kiss, che finisce per sembrare quasi un extra in un album davvero ben fatto, nel quale i Road Syndicate hanno saputo dare espressione a tutta la loro passione e alla loro professionalità.
Un’uscita dunque interessante, che farà senz’altro la gioia degli amanti dell’hard rock di vecchia scuola.