ROB ZOMBIE – Venomous Rat Regeneration Vendor

Pubblicato il 16/04/2013 da
voto
8.5
  • Band: ROB ZOMBIE
  • Durata: 00:38:40
  • Disponibile dal: 23/04/2013
  • Etichetta:
  • T-Boy Records
  • Zodiac Swan
  • Distributore: Universal

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Giusto quattro giorni prima dell’uscita dell’attesissima nuova pellicola dello zio Rob, “The Lords Of Salem” – che ha già fatto riscontrare parecchi compiacimenti sulle tweettate dei critici fuori dal Toronto Film Festival al quale è stato presentato qualche mese fa – ecco arrivare sugli scaffali dei negozi (o meglio, sullo store degli iTunes e piattaforme online varie) il nuovo album “Venomous Rat Regeneration Vendor”. A detta di sir Robert Cummings, “il migliore disco della mia carriera”. Di solito non si tende mai a credere al giudizio dell’artista sul suo lavoro in uscita, è quasi un postulato, anche perché – con tutto il bene che gli possiamo volere – l’ex White Zombie non aveva mai brillato per dischi particolarmente brillanti; inoltre con il compagno cinematografico “Lords Of Salem” in uscita quasi contemporanea, le premesse per annusare una mossa promozionale – ebbene sì – c’erano tutte. “Teenage Nosferatu Pussy” riporta ai tempi di Hellbilly Deluxe, o di “Living Dead Girl”. Un inizio in pompa magna che pone le coordinate standard del sound tipico dell’artista del Massachussetts, ma esportato nella western Hollywood. Ed è dalle orme dell’icona di Venice Beach, quel Mr. Mojo Morrison di “The Wasp”, che spunta fuori  “Dead City Radio And The News Gods Of Supertown” , dove quella Texas Radio qui è trasformata in un blues zombiano ricco di groove e alcool. Una party song che lo stile freak del video appena uscito ci fa assaporare fino all’ultimo chorus. L’elettronica non tarda ad arrivare con la successiva “Revelation Revolution”, dove si nota veramente come una band di calibro può ancora fare la differenza, e non essere adombrata semplicemente dal nome del frontman. Ginger Fish, definitivamente in pianta stabile dietro le pelli, Piggy D e John 5 ormai sono delle vere e proprie sicurezze. Ma è ora di innalzare ancora di più il tiro del lavoro. L’orientaleggiante tema del Rat Vendor ci prepara a toglierci i vestiti e strizzare l’occhiolino alle stripper di questo voodoo party. “Ging Gang Gong De Do Gong De Laga Raga” continua a farci muovere la testa – che non si è ancora fermata dalla prima traccia – sul groove imperante del disco e del chorus puro zombie-style al duecento per cento. Non mancano, come al solito, inserti vocali e campionature che, anche nella loro semplicità, riescono a regalarci brani come “Rock’N’Roll (In A Black Hole)”, un electro-industrial  (quasi rammsteiniano) da party vampiresco e zeppeliniano allo stesso tempo, cool e retrò. E non ci siamo ancora fermati. “Behold! The pretty Filthy” è una bordata che solo una maestria compositiva di un cineasta, musicista, fumettista West Coast poteva regalare. Niente di innovativo, niente di particolarmente tecnico, ma dannatamente magistrale. Riffoni industrial e hammond si mischiano al servizio di una party song che è già da best of. “White Trash Freaks” e “We’re An American Band” (cover dei Grand Funk Railroad) sono la summa del rock’n’roll di oggi, dove la pop culture si sposa con il gore e il truculento, ma in stile tarantiniano. “Lucifer’s Rising” rappresenta la colonna sonora di ragazze dark che aspettano l’avvento del Signore Oscuro, e intanto si scolano un po’ di drink in un party di alcool e droghe sintetiche, mentre John5 regala piccoli sprazzi di tecnica per poi ritornare nel party con il suo caratteristico charme. Potremmo anche non dire nulla di “The Girl Who Loved The Monster” ma far semplicemente vedere una foto della musa Shery Moon al fianco del suo uomo (nero, naturalmente). Magari con un’inquadratura alla Rodriguez, per rimanere in tema. “Trade In Your Guns For A Coffin” pone il fiocchetto (nero, ovviamente), un blues velocizzato punk, un sigillo che termina di scatto e non lascia affievolire il ritmo a cui ormai le nostre vertebre cervicali hanno preso parte nel corso di questa serata. Se già con “Hellbilly Deluxe II” avevamo avuto prova dello stato di forma in cui si ritrova il buon Zombie, se con le ultime sue esibizioni lo avevamo visto più cool e infiammato che mai, con questo nuovo album possiamo quasi gridare al miracolo: una produzione al top, brani riusciti, catchy ed accattivanti, senza filler, un groove che riesce ad entrarti nelle vene e nelle membra dal primo all’ultimo brano. Se dovessimo descrivere “Venomous Rat Regeneration Vendor”  in maniera sintetica diremmo così: Tarantino incontra Jimmy Page e parlano di quanto era figo Jim Morrison. Con un camion di horror, campionature e riff di John5. Forse dimentichiamo qualcosa, ma quello che è certo è che il nostro pessimismo (o cinismo) iniziale è stato del tutto fuorviante. Rob è al top. Uno dei migliori artisti sulla scena hard rock di oggi, uno di quegli artisti che ha saputo nascere e sporcarsi nei nineties e crescere in questi ultimi anni in maniera esponenziale, prelevando gli elementi di classe della Manson Band, e lasciando il povero reverendo ad una de-caduta (decadenza sarebbe quasi un complimento) in dischi decisamente trascurabili, e ricreando una family band come quella dei Devil’s Rejects di Cap.Spaulding, Otis e soci che si schiantano luridi e insanguinati con una Cadillac, crivellati di colpi, contro un posto di blocco sulle note di una southern song chiamata “Free Bird”. Questo il disco, questo l’autore, questo il suo film. E perdonate lo spoiler.

TRACKLIST

  1. Teenage Nosferatu Pussy
  2. Dead City Radio And The New Gods Of Supertown
  3. Revelation Revolution
  4. Theme For The Rat Vendor
  5. Ging Gang Gong De Do Gong De Laga Raga
  6. Rock And Roll (In A Black Hole)
  7. Behold, The Pretty Filthy Creatures!
  8. White Trash Freaks
  9. We're An American Band
  10. Lucifer Rising
  11. The Girl Who Loved The Monsters Trade In Your Guns For A Coffin
9 commenti
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