ROINE STOLT’S THE FLOWER KING – Manifesto Of An Alchemist

Pubblicato il 05/12/2018 da
voto
6.5
  • Band: ROINE STOLT
  • Durata: 01:09:21
  • Disponibile dal: 23/11/2018
  • Etichetta:
  • Inside Out
  • Distributore: Sony

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Sono passati appena cinque mesi dal debutto discografico dei The Sea Within, all star band in ambito progressive guidata da Roine Stolt, e già ci ritroviamo tra le mani un nuovo album scritto dal compositore svedese. Questa volta viene scelto un nome, Roine Stolt’s The Flower King, che ci dà subito delle coordinate per comprendere quello che andremo ad ascoltare: non esattamente un nuovo album dei The Flower Kings, ma nemmeno un semplice lavoro solista di Stolt. Qui ci troviamo in una posizione intermedia, ma ovviamente si tratta di sfumature, perché l’impronta stilistica del chitarrista rimane quella che ben conosciamo e che abbiamo avuto modo di approfondire in molte sue incarnazioni.
Poche le sorprese contenute in “Manifesto Of An Alchemist”, ma anche questo non stupisce più di tanto: Stolt è un musicista conservatore, che ha trovato la sua dimensione ideale in quel progressive rock figlio dei grandi classici degli anni Settanta e da lì non si muove. Le costruzioni eleganti dei primi Genesis si uniscono alle trame di Yes e Gentle Giant, mentre lo spettro dei Pink Floyd aleggia in più di un’occasione.
Se l’album non brilla di luce propria per originalità, nulla si può eccepire sulla componente strumentale, come sempre curatissima e professionale. Ancora una volta il chitarrista si fa accompagnare da musicisti di prim’ordine, come i tastieristi Max Lorentz e Zach Kamins, e soprattutto una sezione ritmica di altissimo livello formata da Jonas Reingold e Marco Minnemann (già al fianco di Stolt nei The Sea Within).
Entrando più nel dettaglio delle singole composizioni, troviamo episodi più canonici ma comunque piacevoli, come “Lost America”, con il suo incedere più leggero, à la “I Know What I Like” dei Genesis; non mancano nemmeno le suite di lunga durata, figlie della tradizione prog rock, come la piacevole “High Road”, inframmezzate da composizioni più lineari e ariose, dal vago sapore folk (“Next To A Hurricane”, “Baby Angels”). Un po’ didascalica, invece, “The Spell Of Money”, che tratta un tema caro a Stolt, quello della corruzione del denaro, già visto nel suo album solista “Wall Street Voodoo”. Decisamente più riusciti, invece, un paio di episodi strumentali: “Six Thirty Wake Up” gioca sul dialogo tra flauto traverso e una chitarra marcatamente gilmouriana, mentre “The Alchemist” ci rinfresca con le atmosfere jazzy evocate da Rob Townsend al sassofono.
Roine Stolt, dunque, aggiunge un altro mattone alla sua sterminata discografia: ancora una volta non si tratta di una pietra miliare del progressive rock, ma in fondo nessuno si aspettava che lo fosse. Ciononostante, i fan del compositore svedese troveranno tutte quelle caratteristiche che hanno fatto la fortuna di questo tenace artista e non ne rimarranno delusi.

TRACKLIST

  1. Rainsong
  2. Lost America
  3. Ze Pawns
  4. High Road
  5. Rio Grande
  6. Next To A Hurricane
  7. The Alchemist
  8. Baby Angels
  9. Six Thirty Wake-Up
  10. The Spell of Money (9:48)
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