ROME IN MONOCHROME – AbyssUs

Pubblicato il 19/12/2023 da
voto
7.5
  • Band: ROME IN MONOCHROME
  • Durata: 00:50:40
  • Disponibile dal: 01/12/2023
  • Etichetta:
  • Art Gates Records

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I fanatici della catalogazione potrebbero talvolta trovarsi un pochino in difficoltà con i Rome In Monochrome: la formazione capitolina ha da sempre radici in certo dark/gothic metal europeo, oltre a una vena più prettamente wave, ma talvolta non disdegna l’uso dell’elettronica, derive post rock o qualche accenno pop. Giunto al secondo full-length, il gruppo si presenta con un fluire di sonorità liquide, impreziosite appunto da arrangiamenti piuttosto ricchi, chiamati a suggerire molteplici sensazioni auditive, con tocchi di modernità alternati a segmenti più prettamente old school che rendono quanto mai variegata la linea compositiva.
La musica della band è senz’altro caratterizzata da una profonda attenzione per i dettagli sonori: in una traccia come “Antiheart”, ad esempio, si percepisce sia una certa padronanza tecnica, sia una indubbia propensione ad architettare atmosfere emotive che coinvolgono l’ascoltatore in un viaggio sonoro capace di alternare vigore e malinconia. In questo episodio è abbastanza evidente l’influenza dei Katatonia degli anni Duemila, ma con la successiva “Stains” il suono prende una piega più lineare e orecchiabile, grazie in primis agli interventi della cantante Yasmin Kalach e a una base musicale che alterna riferimenti anni Novanta e un groove punteggiato da tastiere che può ricordare quanto fatto di recente dai concittadini Inno.
Il resto della tracklist procede lungo questa sorta di alternanza, con parentesi moderne che si succedono a soluzioni da cui invece emerge un’impronta nostalgica che non nasconde l’eredità di Novembre o Beyond Dawn, band di culto che non smettono di esercitare una certa influenza su varie generazioni di musicisti che amano abbracciare l’eclettismo in un contesto inquieto e doomeggiante. Anche nella proposta dei Rome In Monochrome si respira la volontà di sfidare alcune convenzioni musicali e di esplorare nuove frontiere sonore, flirtando con spunti avantgarde metal, ma mantenendo sempre una forte componente emotiva che va dritta al cuore (vedi il sentitissimo chorus di “Post You”, probabilmente il pezzo migliore del lotto).
Discorso a parte va invece fatto per “A Tomb Beyond the Furthest Star“, episodio più cupo e disturbante, nel quale non a caso compare come ospite al microfono Alexander Högbom degli October Tide, che con il suo growling contribuisce a spostare gli equilibri e a dare all’ascoltatore una sonora svegliata.
La devozione per varie correnti sonore non impedisce insomma ai Rome In Monochrome di confezionare una tracklist tutto sommato coerente, avvolta da un mood ormai sedimentato e ben riconoscibile: la coerenza di fondo del sestetto è una testimonianza della sua esperienza e della sua vasta conoscenza dei generi di riferimento, elementi che lo mettono nelle condizioni di comporre canzoni di senso compiuto, solide nella loro integrità artistica e poco propense a lasciarsi andare al puro revival.
Con “AbyssUs” siamo dunque al cospetto dell’opera più riuscita e completa della band, senz’altro quella più efficace nel creare un legame emotivo duraturo tra i musicisti e gli ascoltatori. Speriamo di dover attendere meno di altri cinque anni per poter ascoltare il suo successore.

TRACKLIST

  1. To Mourn the Shade of Your Love
  2. Antiheart
  3. Stains
  4. Post You
  5. A Tomb Beyond the Furthest Star
  6. Anatomical Machine
  7. Sedatives
  8. The Dissonant
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