ROME – Parlez-Vous Hate

Pubblicato il 02/02/2021 da
voto
7.5
  • Band: ROME
  • Durata: 00:33:03
  • Disponibile dal: 29/01/2021
  • Etichetta:
  • Trisol Music
  • Distributore: Audioglobe

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Jerome Reuter è prolifico. Jerome Reuter è cazzuto. Jerome Reuter è inaspettatamente autoironico. Potremmo riassumere in queste tre epigrafi la nostra recensione del nuovo disco di Rome, che a distanza di pochi mesi da un assoluto capolavoro come “The Lone Furrow” torna tra noi con un disco tendenzialmente leggero e semplice, almeno a primo ascolto, che dà l’idea di essere stato scritto di getto, nel quale il suddetto genietto del neo-folk gioca a fare Springsteen. Ma  è tutta solo apparenza.
Certo, i brani sono più lineari e omogenei, ma anche in assenza delle numerose e strabilianti ospitate presenti sul precedente full-length, i Rome non abbandonano la loro ricchezza, musicale e non. “Parlez-Vous Hate” è forse il disco più apertamente politico mai realizzato dalla band, con prese di posizione che travalicano l’abituale approccio astratto, rivolto alla riflessione da parte dell’ascoltatore; qui sono evidenti le prese di posizioni, decisamente non votate a destra, schieramento verso cui troppi erano soliti ascrivere erroneamente Reuter. Sono dodici tracce di vero e proprio combat rock  – tra Joe Strummer e Neil Young – fortemente europeiste, eppure critiche verso certi atteggiamenti comunitari; non è un caso la quasi-parodia di “Born In The UE”, ma lo stesso approccio percorre diversi altri brani, trovando un perfetto equilibrio tra rabbia ideologica e brani stringati, ridotti all’osso (“Death From Above”, “You Owe Me A World”). Ci sono comunque diversi momenti oscuri e marziali – cercate i titoli in tedesco, se volete partire da quelli, così come tracce dove ricompare l’eredità di Nick Cave, o ancora più dei Crime And The City Solution: un’orchestra ipnotica e marcia al servizio di brani cupi e asfissianti (“Toll In The Great Death”). Non mancano passaggi più delicati, quasi romantici, e un colpo di coda finale che è insieme geniale e strafottente: “Fort Nera, Eumesville” cita chiaramente Jünger, tanto per mettere di nuovo in discussione ogni incasellamento politico, e lo fa con un brano a metà strada tra krautrock e dark ambient. Sembra quindi evidente che anche i dischi scritti ‘all’impronta da Reuter non potranno mai essere considerati minori.

TRACKLIST

  1. Shangri-Fa
  2. Parlez-Vous Hate?
  3. Born In The E.U.
  4. Death From Above
  5. Panzerschokolade
  6. Der Adler Trägt Kein Lied
  7. Toll In The Great Death
  8. Feral Agents
  9. You Owe Me A Whole World
  10. Blood For All
  11. Alesia
  12. Fort Nera, Eumesville
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