6.0
- Band: ROSE TATTOO
- Durata: 00:40:53
- Disponibile dal: 17/02/2007
- Etichetta:
- Wacken Records
- Distributore: Audioglobe
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Recensire un album dei Rose Tattoo è sicuramente più complicato diquanto si possa immaginare: la band australiana, vera e proprialeggenda del rock duro, ha avuto l’unica colpa di trovare sulla propriastrada coloro che nel corso degli anni sono diventati la rock band piùfamosa ed irriverente del mondo e che ad oggi è lecito considerare comeLA rock band per eccellenza, ovverosia gli Ac/Dc. La band di AngryAndersen, infischiandosene allegramente di questa cosa, ha continuato aportare avanti la propria proposta, sempre quella sin dagli esordi,fatta di quattro accordi in croce, semplicità ritmica, voce al vetrioloe attitudine strafottente e sfrontata. Troppo facile però cavarsela conun giudizio salomonico, anche perchè, dietro l’immobilità, o meglio, lacoerenza stilistica, ci sono canzoni e album più o meno ispirati.Questo “Blood Brothers”, lungi dall’essere un brutto lavoro, èprobabilmente meno ficcante di quanto fatto dalla band in precedenza.Forse su questo ha influito il fatto che il povero Peter Wells, storicoguitarist della band, è deceduto a causa di un tumore un anno fa. Ilpeso del songwriting quindi è probabilmente rimasto sulle spalle diAndersen che già in passato, senza Wells, ha prodotto i lavori menobrillanti della propria carriera, vale a dire “Southern Star” e “BeatsFrom A Single Drum” (quest’ultimo successivamente fu accreditato alsolo Andersen). Considerando poi che l’ultimo studio album “Pain” siera rivelato un piccolo classico, la delusione per “Blood Brothers” sifa ancora maggiore. Le tracce trasudano rock and roll come sempre, masono più spente e, verrebbe da dire, meno istintive e maggiormenteragionate. E se una band come i Rose Tattoo perde l’istintività non puòfare bene. Da salvare assolutamente lo slow “City Blues”, la ritmata”Stand Over Me” e “Nothing To Lose”, tipico hard rock di quelli chehanno reso famosa la band. Il resto è oggettivamente sottotono, anchese non malvagio. Il giudizio generale di chi scrive verso la bandrimane quello di immutato rispetto, su questo non ci piove, ma ciò noncancella il fatto che “Blood Brothers” si avvierà ad occupare unospazio su di uno scaffale impolverato, mentre “Pain” continuerà adallietare le serate al pub e le nottate in macchina.