voto
8.0
8.0
- Band: ROSETTA
- Durata: 00:47:45
- Disponibile dal: /06/2010
- Etichetta:
- Translation Loss
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Che band, i Rosetta! Un gruppo "post" metal che sa scrivere vere e proprie canzoni. Un po’ come gli ultimi Buried Inside, ma qui le atmosfere sono decisamente meno opprimenti. Il gruppo canadese è infatti solito comporre desolanti marce funebri, mentre i Rosetta confezionano colonne sonore per dei viaggi nello spazio. Praticamente una versione heavy dei God Is An Astronaut, ma con l’aggiunta di un cantante, il quale sbraita quando le trame si fanno più sostenute e sfodera un convincente pulito in alcuni passaggi particolarmente ariosi. Partiti nel 2003 come realtà tutto sommato seguace del verbo di Neurosis & Isis, il quartetto di Philadelphia ha successivamente messo a segno un gran colpo con "Wake/Lift" nel 2007, realizzando un’opera assai più personale, dove a una base post metal venivano sovrapposte atmosfere "spaziali" e melodie elegiache. Ora è invece il turno di "A Determinism Of Morality", album che – tranne che nella sua lunga title track – vede i nostri mettere da parte quei "crescendo" tipici del genere e le strutture troppo allungate in favore di una compattezza che in qualche caso si avvicina appunto alla classica forma canzone. Proprio come fatto più volte negli ultimi anni dai suddetti Buried Inside, altra colonna portante di questo particolare filone. Il disco, insomma, suona subito immediato e assolutamente digeribile, oltre che fresco e ispirato. I Rosetta non hanno abbandonato il loro guitar-work nè il loro unico gusto per le melodie (nelle quali, a dire il vero, si sentono a tratti echi dark-wave alla The Cure): la differenza rispetto al passato risiede nel fatto che ora tutto ciò viene inserito in brani maggiormente concisi, che, grazie anche a una sezione ritmica molto dinamica, possono essere assorbiti e metabolizzati in pochi ascolti. Quindi lungi da noi definire "A Determinism Of Morality" un lavoro slavato, anzi. Maggiore immediatezza in questo caso non significa affatto scarso spessore. Schiacciate il tasto ‘play’ e preparatevi al decollo: a fine ascolto la tentazione di tornare lassù sarà davvero forte.
