ROSETTA – The Anaesthete

Pubblicato il 26/08/2013 da
voto
7.5
  • Band: ROSETTA
  • Durata: 00:59:00
  • Disponibile dal: 08/08/2013

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Al gruppo di Philadelphia l’etichetta di band “post” metal non è mai piaciuta. La verità è che le sfaccettature della musica creata dai Rosetta sono talmente istintive nella loro aleatorietà e nel loro concatenarsi che per forza di cose viene voglia di escludere un termine che oggi più che mai tira in ballo numerosi clichè e regole ferree. Il gruppo arriva da un filone ben preciso, ma ha da tempo accantonato la corposità dei primi pezzi, quelli del debut “The Galilean Satellites”, per trovare un proprio stile. L’anima dei ragazzi viaggia ora verso strutture più snelle e verso una commistione di generi ed influenze più libera e costante, anche se il tutto è sempre radunato sotto una ormai peculiare atmosfera pacifica e siderale. Con “A Determinism Of Morality” in particolare si era capito che i Rosetta stavano orientando la loro musica verso ritmi e suoni più leggeri ed ariosi ed il nuovo “The Anaesthete” conferma questo spostamento di baricentro. Ancora una volta emerge la volontà di andare oltre i principi di un tempo; si sta alla larga dalla regola che esige che ogni composizione debba essere assolutamente una lunga ed estenuante suite, ma al contempo non si rinuncia ad atmosfera e profondità. “Ryu / Tradition” apre con rintocchi melodici che rimandano al disco precedente, ma subito si nota un apporto elettronico/effettistico maggiormente vivo e puntuale, che spezia costantemente l’operato degli strumenti tradizionali senza però mai risultare invadente; “Hodoku / Compassion” è un nuovo esercizio di distensione e serenità, applicato con l’efficace apporto di Eric Jernigan dei City Of Ships alla voce pulita, mentre in una “Myo / The Miraculous” – davvero breve per gli standard dei Nostri – emerge tutto l’antico background sludge/metal, per una traccia diretta e pungente come nessun’altra nel repertorio della band. A dieci anni dalla loro fondazione, i Rosetta hanno evidentemente preso piena coscienza di quali siano le influenze e le suggestioni che per loro vale la pena esplorare e approfondire; sanno cosa riesce loro meglio e come evitare tempi morti. Indipendentemente dalla loro durata, le canzoni risultano sempre virtuose e vorticose, erudite e barbare, elaborate eppure epidermiche, emozionali e stordenti. La vena melodica del chitarrista Matt Weed è ormai immediatamente riconoscibile; idem le metriche e le urla di Mike Armine. Con “The Anaesthete” si può forse per la prima volta parlare di “un classico album dei Rosetta”: la musica viaggia decisa su binari sicuri, si chiude e si distende in continuazione, ma fa sempre riferimento ad elementi e soluzioni ormai entrati di diritto nello stile del gruppo. Il quartetto, in sintesi, qui non stupisce; semplicemente, fa ciò che sa fare meglio, non mancando quasi mai di esprimere un’ispirazione degna di questo nome. La sensazione finale è dunque molto positiva: la formula musicale ora non è in evoluzione, ma le canzoni suonano vitali. Ed è prima di tutto questa la ragione per cui i ragazzi statunitensi continuano ad essere apprezzati.

TRACKLIST

  1. Ryu / Tradition
  2. Fudo / The Immovable Deity
  3. In & Yo / Dualities Of The Way
  4. Oku / The Secrets
  5. Hodoku / Compassion
  6. Myo / The Miraculous
  7. Hara / The Center
  8. Ku / Emptiness
  9. Shugyo / Austerity
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