ROTHADÁS – Töviskert… a kísértés örök érzete… lidércharang

Pubblicato il 18/03/2025 da
voto
8.0
  • Band: ROTHADÁS
  • Durata: 00:45:00
  • Disponibile dal: 21/03/2025
  • Etichetta:
  • Me Saco Un Ojo Records
  • Pulverised Records

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Il gruppo ungherese Rothadás torna sulle scene con “Töviskert… a kísértés örök érzete… lidércharang”, secondo full-length che arriva a circa tre anni e mezzo dal debutto. Se “Kopár hant . . . az alvilág felé” si attestava su un death-doom spesso cavernoso e atmosferico, tutto sommato accostabile alle sonorità contemporanee di Spectral Voice o Mortiferum, questo nuovo capitolo prende le mosse dalle stesse fondamenta per spingersi verso un dinamismo più pronunciato, strutture meno spigolose e, in generale, una connotazione più marcatamente death metal.
Il cambiamento più evidente si nota nello svolgimento dei brani: se in passato i momenti più accesi servivano principalmente come fugaci parentesi per spezzare la luttuosità di certe marce funebri, in “Töviskert…” questo tipo di soluzioni diventa talvolta centrale e portante. Come facilmente ravvisabile in episodi esemplari come “Vértükör” o “Sóhajok kapuja”, il riffing si fa più robusto, arcigno e incalzante, distribuendo in maniera più equilibrata le varie sfumature tra lentezza e velocità. Il risultato è un disco che conserva in vari punti la pesantezza e l’opprimente atmosfera doom, ma che non si adagia troppo su tempi dilatati e cadenze gratuitamente lugubri, privilegiando una maggiore varietà dinamica.
Un altro aspetto da lodare è la qualità del lavoro di chitarra: come sottolineato, in questo capitolo i Rothadás non si limitano a reiterare esclusivamente passaggi opprimenti, ma arricchiscono le loro composizioni con un ventaglio più ampio di spunti, partendo appunto da riff death metal ispirati e costruiti con cura, all’insegna di un approccio più mordace che mantiene alta la tensione.
Perlustrando la tracklist, si ha la sensazione che il duo non sia più vincolato dall’aderenza stretta a uno stile preciso, ma che abbia abbracciato una maggiore libertà espressiva, valorizzando le transizioni tra le varie sezioni con una fluidità più naturale e convincente.
Anche le melodie, pur non esattamente dominanti, risultano in quest’occasione più efficaci e memorizzabili rispetto al passato. Quando la chitarra solista emerge, introduce linee che catturano l’attenzione senza snaturare l’aura oscura del disco, seguendo un approccio simile a quello adottato dagli Hooded Menace o dai Worm di “Foreverglade”. Non si tratta certo di aperture melodiche spiccate, ma comunque abbiamo a che fare con delle pennellate che imprimono un’identità più definita ai brani, evitando che scivolino in una indistinta colata di riff e riverberi.
Il quadro sonoro beneficia anche di una produzione che mantiene il carattere sotterraneo e cupo tipico del genere, ma con una chiarezza sufficiente a valorizzare ogni dettaglio. Il suono è denso e corposo, ma anche più rotondo e rifinito, cosa che permette di apprezzare appieno l’intreccio delle chitarre e il lavoro dietro le pelli, che appare più dinamico e incisivo rispetto all’esordio.
In generale, si apprezza molto questa svolta su lidi più concitati, anche perché oggigiorno siamo circondati da band che giocano la carta del mood tragico a oltranza e dell’astrattismo a ogni costo, senza magari avere però le idee e le doti in sede di arrangiamento degli autori di “Sparagmos”. Meglio quindi un gruppo che rimette al centro il riff, anche citando ogni tanto Bolt Thrower o Gorement, e che cerca di unire quest’arte a un approccio narrativo capace di stuzzicare la curiosità di sapere cosa arriverà di lì a poco.
I Rothadás fanno insomma una scelta abbastanza coraggiosa: il loro ritorno punta su una maggiore concretezza compositiva, rifiutando di limitarsi alla sola estetica della sofferenza per abbracciare una forma musicale più vivace e avvincente. “Töviskert… a kísértés örök érzete… lidércharang” si presenta così come un’opera ispirata e trascinante, che lascia addosso la sensazione di aver attraversato un luogo sacro e profano al tempo stesso. Un ritorno che conferma il talento del gruppo, ora più che mai meritevole di essere seguito con interesse.

TRACKLIST

  1. Urnaszellem... szentek csontpora
  2. Vértükör
  3. Sóhajok kapuja
  4. Tetemek tava... lidércek tánca
  5. Sikoltó füst
  6. Az örök isten Lucifer
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