7.0
- Band: ROTTING CHRIST
- Durata: 01:56:31
- Disponibile dal: 04/04/2025
- Etichetta:
- Season Of Mist
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Nuovo live album per l’istituzione del black metal ellenico Rotting Christ, utile sia a spingere il tour primaverile “The Unholy Trinity 2025”, in compagnia di Behemoth e Satyricon, sia – soprattutto – a celebrare dignitosamente il trentacinquesimo (!) anno di carriera della band, immortalando su doppio CD la già semi-leggendaria data all’Anfiteatro del Licabetto di Atene dello scorso 29 giugno.
Una serata da annali per la creatura dell’infaticabile Sakis Tollis, fosse solo per la possibilità di esibirsi in una location tanto prestigiosa e suggestiva nel cuore storico della città, di cui questo “35 Years of Evil Existence – Live in Lycabettus” restituisce appunto l’elemento audio, senza quella controparte visiva che avrebbe permesso di immergersi a trecentosessanta gradi nell’evento e nella sua cornice intrisa di fascino antico e atmosfere mediterranee.
Poco male, comunque, perché la scaletta assemblata per l’occasione dal quartetto, unita alla solidità della performance e alla scelta di puntare su una resa sonora organica e naturale, come dovrebbe sempre essere per uscite di questo tipo, si può dire facciano di “35 Years…” un altro pretesto per i fan di lunga data (e non) di mettere mano al portafogli, con la bellezza di venticinque brani spalmati su poco meno di due ore di tracklist.
Tanta, tantissima carne al fuoco, per una lunga panoramica che partendo dagli ultimi, non propriamente brillanti lavori (“Pro Xristou”, “The Heretics”) arriva agli indimenticabili esordi di “Thy Mighty Contract” e “Passage to Arcturo”, attraversando capitoli ormai quasi dimenticati – ma pieni di gran pezzi – come “A Dead Poem” e “Sleep of the Angels”, i cui estratti consentono di riassaporare certe istanze dark/gothic sperimentate nella seconda metà degli anni Novanta.
Ce n’è insomma per tutti i gusti, e nonostante qualche decisione obbligata (vedasi l’assenza di “Non Serviam”, tagliata a causa delle decine di persone salite sul palco in quel momento) e altre più opinabili (cinque pezzi da “Κατά τον δαίμονα εαυτού” sono e restano troppi), il lavoro si fa apprezzare sia per il suo carattere esaustivo, in grado di fornire uno spaccato completo sulla musica e sull’evoluzione dei Rotting Christ, sia per la sua capacità di trasmettere appieno l’ardore e la genuinità che, da sempre, si respirano durante gli show del gruppo greco, tanto da risultare – a nostro gusto – molto più interessante di certi dischi di inediti pubblicati nell’ultimo decennio.
Inevitabilmente, ci vorrà del tempo per assimilarlo tutto, ma dubitiamo che chi avrà la pazienza di imbarcarsi nell’impresa potrà dirsi deluso o annoiato.