8.5
- Band: ROTTING CHRIST
- Durata: 00:42:41
- Disponibile dal: 23/01/2007
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
Quante band sono arrivate a realizzare dieci album in carriera? Poche. E quante di queste sono giunte a tale traguardo in uno stato di forma smagliante e senza mai aver dato alle stampe un lavoro che fosse simile al precedente? Pochissime. Una di queste è quella in questione, signore e signori. I Rotting Christ infatti nel 2007 non solo pubblicano il loro decimo album e festeggiano il diciottesimo anno di attività, ma si confermano anche e soprattutto una delle realtà migliori di sempre della scena black metal mondiale. “Theogonia” è infatti quanto di meglio i Rotting Christ abbiano realizzato negli ultimi dieci anni, l’ennesimo lavoro eccelso di una carriera che – ad eccezione di un breve periodo di appannamento risalente alla metà dello scorso decennio – ha visto i nostri sempre all’avanguardia del loro genere, sempre propensi a sperimentare e ad osare, sempre lontani dai clichè e da quel smodato autocitazionismo che ha spesso rovinato i lavori di molti loro colleghi. Ascoltando “Theogonia” sembra incredibile che il buon Sakis Tolis abbia iniziato a scrivere musica nel 1989: la maggior parte dei musicisti smette di partorire idee geniali dopo una manciata di dischi, mentre il cantante/chitarrista greco ha composto da solo ben dieci full-length (senza contare il materiale per i side-project) e non si è praticamente mai ripetuto, mantenendosi tra l’altro quasi sempre su livelli qualitativi medio/alti. Con “Theogonia” lo stupore però sale alle stelle, perchè il disco è davvero qualcosa di eccezionale, non solo perchè i singoli riff e l’interpretazione vocale di Sakis sono complessivamente più ispirati e coinvolgenti di quelli contenuti in tutti gli album post “Triarchy Of The Lost Lovers” (1996), ma anche e soprattutto perchè il platter è stra-colmo di soluzioni nuove e di esperimenti perfettamente riusciti. Come noto, i Rotting Christ, essendo greci, non hanno mai avuto nulla a che fare con le gesta e lo stile dei loro colleghi scandinavi, ma oggi sembra che il quartetto abbia fatto di tutto per ribadirlo ulteriormente, dando più spazio che mai a melodie e atmosfere di stampo mediterraneo e mediorientale. Ne è venuto fuori un album epico, cangiante e veramente vario, che ha in una tutt’altro che casuale alternanza fra schegge black-death – figlie di un capolavoro come “Thy Mighty Contract” – ed eroici midtempo (dove fanno spesso capolino ritmiche tribali, cori e oscure nenie) uno dei suoi punti di forza principali. Da lodare, inoltre, la produzione, anch’essa firmata da Sakis… senz’altro fra le più agili ed eleganti della storia della band. Insomma, c’è solo di che godere ed esaltarsi durante l’ascolto di “Theogonia”: un lavoro che sembra essere fatto apposta per far impazzire i fan di Sakis e compagni e, al tempo stesso, incuriosire tutti coloro i quali (pazzi!) non hanno mai prestato attenzione all’operato di questa ormai mitica formazione. Più indomiti di Pegasus, più passionali di Crystal, più rabbiosi di Phoenix… non c’è alcun dubbio, il Grande Tempio del black metal oggi è presieduto dai Rotting Christ!