8
- Band: ROUGH SILK
- Durata:
- Disponibile dal: //2001
- Distributore: Audioglobe
Rough “ruvido” e Silk “seta”: teoricamente basterebbe questo ossimoro per descrivere questa validissima band che si definisce epic metal ma che a ben vedere riprende alcune sonorita’ tipiche anni ’80 alla stregua di Tyger of Pan Tang e Europe, mixandole con molti arrangiamenti sinfonici in perfetto stile Savatage, senza però dimenticare la lezione di Helloween e company. E’ proprio al combo capitanato da Jon Olivache i Rough Silk pagano dazio, infatti dopo averli accompagnati per due volte in Europa, Italia compresa, la band si e’ fatta aiutare nel produrre l’album proprio da Oliva stesso e, non contenti, lo hanno fatto cantare su “Lucifer”. Il brano in questione è sicuramente il più emblematico dell’ album poichè appena lo si ascolta tornano in mente i tempi di Street, ritrovando una superlativa prestazione di mister Oliva, pur restando lontana anni luce da quel “Gutter Ballet” che tutti conoscono. Fortunatamente i Rough Silk riescono anche ad andare oltre e in varie occasioni mettono in mostra una buona dose di personalita’ come in “Suicide King & Chaos Quen”, dove un ironico stacco di tango spezza la solita dose di cavalcate e corettoni da cantare tutti assieme in armonia. Viceversa alcune canzoni risultano decisamente piacevoli, ma terribilmente piatte tipo “Savannah”, una bella canzone che però poteva tranquillamente essere uscita nei primi anni 80 visto che a parte un paio di passaggi fatti con strumenti etnici per il resto e’ tutto molto carino ma già sentito. Con “The Truth” si torna in pieno al Savatage-style, infatti il brano ricorda tantissimo “Tauting Cobras” con al centro uno stacco estremamente melodico che sembra cantato da un carismatico vecchio avvinazzato. Per “Nice Day For A Funeral” il discorso invece cambia, il pezzo e’assolutamente Heavy Metal nel senso piu’ pieno del termine ma e’ la dimostrazione che anche nel 2001 si possono scrivere dei gran pezzi senza ricorrere per forza a sperimentazioni e che si puo’ fare della gran musica pur essendo pienamente parte di un genere ormai ben consolidato, basta avere una gran classe ma si sa la classe non e’ acqua… Cosiderando “Symphony Of Life” per il suo singolo spessore, la votazione consideratela più bassa di un punto, Jon Oliva ha però aggiunto un quid in più che rende il disco in questione ancora più appetibile!