7.0
- Band: ROYAL HUNT
- Durata: 00:58:57
- Disponibile dal: 28/10/2022
- Etichetta:
- NorthPoint Productions
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I Royal Hunt proseguono il concept iniziato con “Dystopia”, ispirato a “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury, pubblicando la seconda parte. Il nuovo album segue in tutto e per tutto la scia del precedente e, pertanto, ne replica di fatto gli stessi pregi e i difetti. Anche stavolta si tratta di una sorta di opera metal dove D.C. Cooper è affiancato da vari altri cantanti (che, come si ricorderà, sono nello specifico Mats Levén, Mark Boals, Kenny Lübcke, Henrik Brockmann e Alexandra Andersen); le canzoni sono alternate da alcune brevi strumentali, ma anche nel corso delle tracce cantate sono presenti varie divagazioni con numerosi assoli da parte di Andrè Andersen e del chitarrista Jonas Larsen: anzi, in qualche caso, come nella lunga “Scream Of Anger”, c’è un’intro strumentale abbastanza corposa di oltre cinque minuti prima che entri la voce. Le tracce dunque ripercorrono alcuni momenti della trama narrativa, dando voce ai vari personaggi: come per il primo album, non possiamo fare a meno di notare che può sembrare un po’ discutibile la scelta di avere in line-up un cantante eccezionale come D.C. Cooper per poi però limitare in qualche modo il suo ruolo, ma allo stesso dobbiamo riconoscere come i vocalist a lui affiancati siano comunque tutti professionisti di grande livello e affidabilità, per cui riescono effettivamente ad apportare il loro significativo contributo.
Il legame tra i due full-length è peraltro talmente fitto e intrinseco che, a questo punto, sarebbe stato forse più logico pubblicarli insieme come doppio album: di certo una rilettura dei due dischi ci fa probabilmente rivalutare in maniera più positiva anche la prima parte, per quanto da parte nostra, volendoli considerare singolarmente, ci sia una leggera preferenza per questa nuova pubblicazione. A tal riguardo riteniamo, in generale, che in effetti le tracce siano più convincenti, caratterizzate da bei temi e con soluzioni melodiche particolarmente azzeccate un po’ in tutti i brani. Tra gli highlight menzioniamo senz’altro “Thorn In My Heart”, “Live Another Day” e “One More Shot”, in perfetto stile Royal Hunt; leggermente più sperimentale “The Key Of Insanity”, mentre “Left In The Wind” è un midtempo in crescendo, che parte come ballata pianistica, dove si trovano a duettare (a parte un breve intervento della Andersen) le voci di D.C. Cooper e di Henrik Brockmann.
Diciamo che per il materiale presente nei due dischi, probabilmente i Royal Hunt avrebbero potuto giocare magari un po’ meglio le proprie carte: di fatto, comunque, pur trattandosi di due album che possono anche esistere in autonomia, consigliamo di considerarli come parti di un’unica opera per poterli meglio apprezzare.