7.5
- Band: RUNNING WILD
- Durata: 00:58:01
- Disponibile dal: 08/26/2016
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
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Era il 2013 quando il “Capitano” Rock’n’Rolf Kasparek tornava sulle scene con il sufficiente “Resilient”, a solo un anno dallo scarso “Shadowmaker”, facendo intravedere un rialzo qualitativo dopo il punto più basso della carriera raggiunto con quel poco ispirato lavoro. In “Resilient” si ritrovava infatti una maggior freschezza di idee, quantomeno in alcune tracce, e soprattutto si aveva la sensazione che qualcosa di buono potesse ancora uscire dalla penna di un musicista che in passato aveva scritto veri e propri capolavori del classic-power tedesco. Con queste premesse arriviamo oggi alla pubblicazione di “Rapid Foray”, un disco molto atteso dai fan e che vi avevamo già presentato dettagliatamente traccia per traccia in anteprima nel nostro speciale. Ci fa sicuramente piacere quindi confermare anche in sede di recensione, e dopo quindi più ascolti, la buona qualità del nuovo lavoro. La volontà di tornare in buona parte dei pezzi alle sonorità più piratesche o epiche che hanno contraddistinto il passato dei Running Wild è piuttosto evidente sin dalla bella copertina e dalle illustrazioni presenti nel libretto ed è anche evincibile dai titoli e dai testi dei brani. Fortunatamente tale voglia di ricongiunzione coi tempi d’oro è accompagnata da una ritrovata vena creativa che ha permesso a Rock’n’Rolf di dar vita a diversi pezzi di spessore, sicuramente sopra la media delle sue produzioni più recenti. Dal midtempo d’apertura “Black Skies, Red Flag”, con riff serrato e ritornello cantabile, alle veloci “Warmongers” e “Black Bart”, veri e propri ritorni al glorioso passato piratesco della band, passando per l’anthemica “By The Blood In Your Heart”, con tanto di cornamuse, il disco è molto vario, si mantiene su buoni livelli e presenta pochi punti deboli. Ci imbattiamo infatti negli unici episodi sottotono laddove Rolf ripropone quei quadrati e prevedibili midtempo tra heavy classico e hard rock che poco hanno da offrire sia come tiro, sia come ritornelli: nella fattispecie, “Stick To Your Guns” ed “Hellectrified”. Fortunatamente, però, “Rapid Foray” ha altre tracce degne di nota oltre a quelle precedentemente menzionate, come ad esempio la più che discreta titletrack o la divertente “Into The West”, che ci riporta alla mente le atmosfere western della vecchia “Billy The Kid”. Discorso a parte merita infine la epicissima suite conclusiva “Last Of The Mohicans”, brano di undici minuti che ricalca i fasti delle grandi “Treasure Island” o “Genesis”. Non siamo ai livelli di quei capolavori, superiori in termini di variabilità delle diverse parti in cui erano suddivisi, ma siamo comunque al cospetto di uno dei migliori brani dal lungo minutaggio mai usciti col marchio Running Wild. I suoni sono stati come al solito curati dallo stesso leader del gruppo in collaborazione con Niki Nowy e pertanto hanno sempre quel taglio retrò non troppo incisivo che ci si deve ormai aspettare da un disco di questa band e sono, a conti fatti, l’anello debole della catena, anche se non compromettono il buon risultato finale. Riguardo alla batteria, che negli ultimi dieci anni su disco parrebbe essere stata più volte campionata, lo stesso Rolf ha dichiarato che a seconda delle tracce sul lavoro hanno suonato tre batteristi, tra cui uno è Michael Wolpers, il quale attualmente figura nella formazione live e viene menzionato anche nel libretto. Di sicuro possiamo dire che il risultato non è assolutamente artificiale e fastidioso come su album come “Victory” o “The Brotherhood”. A conti fatti, vista la progressione degli ultimi album, è lecito aspettarsi altre buone prove dai Running Wild in futuro. Per ora godiamoci le migliori tracce di “Rapid Foray”, in definitiva il disco migliore pubblicato dalla band da “The Rivalry”.