4.5
- Band: RUNNING WILD
- Durata: 49:27
- Disponibile dal: 23/04/2012
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
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In molti aspettavano di stringere tra le proprie mani una copia del nuovo album dei Running Wild. Quell’annuncio del 2009, con cui il capitano Rock n’ Rolf Kasparek annunciava lo scioglimento, aveva turbato la folta schiera di irriducibili su cui il gruppo può tuttora contare anche nel nostro paese. Comprensibile quindi l’attesa per questo lavoro con cui la ciurma tedesca segna il proprio ritorno sulle scene. Purtroppo però, diciamolo subito e senza mezzi termini, i fan dei Running Wild devono fare i conti con un disco insufficiente, inferiore alle ultime produzioni passate. I pezzi sono per lo più midtempo poco ispirati, privi di mordente e con un’impostazione generalmente hard rockeggiante che non sembra essere il terreno ideale per il songwriting di Rock n’ Rolf, qui autore di tutto tranne la batteria e alcuni soli di chitarra eseguiti da Peter Jordan. “Shadowmaker” pare quasi una raccolta di noiosi riempitivi che, passando per le statiche e blande “Black Shadow” o “Locomotive”, raggiunge il fondo con “Me & The Boys”, imbarazzante mid tempo hard rock dalle melodie a dir poco sdolcinate per il sound dei Running Wild. Le note dolenti riguardano anche la lunga e solo in piccola parte atmosferica “Dracula”, affetta dalla medesima scarsità di ispirazione dei pezzi sopra citati e dal ritornello assolutamente anonimo. Con “Riding On The Tide” e “Sailing Fire” Rock n’ Rolf gioca la carta delle tematiche piratesche e anche il sound, fatto di riff più veloci e giri melodici, in parte ritorna sugli stilemi propri dei Running Wild inclini a quelle ambientazioni. Il risultato è migliore rispetto ai pezzi citati in precedenza ma, complice anche una poca incisività delle linee vocali e dei blandi tempi medi su cui i due brani si muovono, viene a mancare la tipica scossa adrenalinica che ci si aspetterebbe da episodi di questo tipo. In un quadro così negativo poco può fare la discreta opener “Piece Of The Action”, a conti fatti la canzone più convincente del disco e quella su cui il taglio hard rock ultimamente tanto caro a Rock n’ Rolf riesce a trovare la sua migliore espressione. Infine, un’artwork discutibile, una produzione dai suoni piatti con una batteria dal sound artificiale, che il leader della band dichiara essere stata suonata da un ignoto professionista, contribuiscono ad alimentare i dubbi circa questo ritorno in attività di quello che attualmente è più che mai un progetto solista di Rock n’ Rolf. Forse, piuttosto che dar vita al peggior album della storia del gruppo, sarebbero stato più opportuno e credibile pubblicare una semplice raccolta o tenere un tour che desse modo ai fan di apprezzare i grandi classici che avevano reso così affascinanti i Running Wild, quelli veri.