7.0
- Band: RÝR
- Durata: 00:40:08
- Disponibile dal: 11/04/2025
- Etichetta:
- Moment Of Collapse
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L’angoscia in uno sguardo muto, nel reiterarsi di un suono. Nonostante il significato del loro nome (‘debole’, ‘sterile’) possa far pensare al contrario, la musica dei Rýr è tutt’altro che priva di forza o intensità.
Formatisi nel 2018 e di base a Berlino, i tre musicisti (noti soltanto per i loro nomi propri) hanno esordito presto con un disco, “Left Fallow” (Narshardaa Records, 2019) che raccoglie sei brani carichi di tensione, profondamente influenzati dal post-metal di formazioni come Cult of Luna e Pelican. La carriera della band è poi proseguita con “Transient” (2022), che si è guadagnato recensioni lusinghiere su riviste progressive e metal, ed il nuovo “Dislodged” (letteralmente: scacciato, dismesso, sloggiato) viene pubblicato ora da Moment of Collapse Records.
Il disco rappresenta il terzo capitolo sulla lunga distanza della band tedesca, e prosegue nel solco tracciato dai lavori precedenti: un post-rock cupo e claustrofobico, costruito su riff ripetuti e pattern ritmici ossessivi, ben rappresentati dalla suggestiva title-track, che ne incarna alla perfezione lo spirito.
Tutte le tracce dell’album sembrano fluttuare dentro una coltre di nebbia densa e grigia, attraversata di tanto in tanto da figure sfuggenti e vagamente minacciose, come le increspature elettriche che aprono “Lapsed”, brano in cui l’influenza della band di Magnus Lindberg e soci si fa particolarmente evidente.
Pur privo di liriche, “Dislodged” riesce a comunicare molto, prendendosi il tempo necessario per progettare e costruire strutture sonore monumentali e suggestive, che richiamano per affinità d’intenti quelle di band come Mogwai, This Will Destroy You o i primi, ispidi Massimo Volume, questi ultimi ovviamente privi delle poesie di Emidio Clementi.
In questo contesto, il tremolo costretto dentro una rigida gabbia ritmica di “Flung”, primo singolo estratto, è un ottimo punto d’approdo (perlomeno il meno accidentato) per avvicinarsi al disco. “Winded”, invece, ne rappresenta la nemesi, e accoglie l’ascoltatore con un logorante crescendo, costruito su una base ritmica ossessiva, sopra la quale due chitarre si scontrano tra dissonanze e riff marziali.
In definitiva, “Dislodged” è un lavoro in cui la band si muove con sicurezza tra cambi di tempo e dialoghi serrati tra basso e chitarra, in un linguaggio musicale sicuramente ancorato al primo decennio dei Duemila (periodo in cui, a detta di chi scrive, il trio avrebbe goduto di una maggiore considerazione da parte del pubblico), ma che conserva ancora oggi una buona capacità di espressione.
Un album solido, che conferma il potenziale dei Rýr, ma che ancora non trova il coraggio per muoversi dalla confort zone che il trio si è costruito in questi anni, una condizione che con il tempo potrebbe rischiare di diventare una seria limitazione.