9.0
- Band: S.O.D.
- Durata: 01:01:38
- Disponibile dal: 01/04/2005
- Etichetta:
- Megaforce Records
- Distributore: Frontiers
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Sono trascorsi vent’anni e si continua ancora, giustamente, a parlare dei S.O.D., uno dei progetti più pazzi e più apprezzati della storia metalcore. Difficile dare una definizione ora di quello che seppero fare i S.O.D. in questo album storico. Probabilmente si trattò del disco hardcore meno serio ma più pesante di sempre. Fatto e ideato da illustri thrasher. Non bisogna dimenticare infatti che nella formazione militavano Scott e Benante degli Anthrax, Lilker (ex Anthrax passato ai Nuclear Assault) e Billy Milano, semplicemente ‘il personaggio’ del periodo, capace di sorprendere e scatenare mille polemiche con i suoi M.O.D. Si tratta qui di brani tirati, chitarre dai suoni pompatissimi, testi irriverenti, goliardici e taglienti che suscitarono qualche reazione per i presunti contenuti politici intolleranti. “Speak English Or Die” è eloquente nel titolo come nel testo sul significato espresso, ma siamo poi certi che si possa prendere davvero seriamente un personaggio come Billy Milano? Ad ogni modo, per chi ancora non ha mai ascoltato questo, e questo soltanto, album dei S.O.D. (sul resto della discografia, reunion, ecc., è meglio sorvolare), bisogna cercare di descrivere la violenza di un album attuale e più violento di tanta roba harcore che esce ultimamente. Basti qui citare brani che non moriranno assolutamente mai: “Sargent ‘D’ And The S.O.D.”, “Kill Yourself”, la ridicola “Milano Mosh”, l’inno alla fratellanza di “United Forces”, la già citata titletrack, la tremendamente attuale “Fuck The Middle East” e la stupenda “Milk”. Ma non si possono dimenticare le ‘canzoni’ che durano due o tre secondi ma capaci di restare impresse, per la loro idiozia più che per altri motivi: su tutte “Hey Gordy!!” o Diamond And Rust”. In questa edizione c’è pure una porzione del concerto tenuto dalla band nel 1999 a Tokyo. Una dimostrazione che, anche tanti anni dopo l’exploit, i S.O.D. sono gente che dal vivo macina pesante e non potrebbe essere altrimentim, visti i musicisti che vi militano. Un album che non potrà essere colto al 100% da chi non ha vissuto l’uscita del cd tanti anni fa: altro clima, altri contesti allora arricchivano le uscite dell’epoca. Ma non importa, il metal mescolato all’hardocre newyorkese pesante non ha età per essere apprezzato pienamente. Per la ‘vecchia guardia’ invece, un’occasione di fare l’accoppiata vinile-cd se ancora questa dovesse mancare. Storia.