8.0
- Band: SABATON
- Durata: 00:45:09
- Disponibile dal: 25/05/2012
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Anni fa, quando il sottoscritto quasi per caso ascoltò la primissima uscita dei Sabaton, quel “Fist For Fight” edito dalla nostrana Underground Symphony, mai e poi mai avrebbe immaginato che i Sabaton sarebbero stati in grado in grado di riscuotere un simile successo nel panorama metal europeo. Un sound talmente diretto, “ignorante” e un frontman che con la sua voce cavernicola suonava così grezzo da strappare addirittura qualche sorriso. Oggi invece i Sabaton riempiono locali e si esibiscono in posizioni alte nei festival, indice che qualche particolare qualità deve averli portati dove ora sono. A permetter loro di crescere al contrario di altre band che ne hanno ispirato il sound ma che attualmente sono in decadenza quali Grave Digger, Running Wild o anche gli ultimissimi Hammerfall, è stata l’efficacia delle composizioni e in particolare dei ritornelli e dei testi. Tematiche legate spesso alle grandi gesta eroiche o tragiche della Seconda Guerra Mondiale, narrate attraverso pezzi power estremamente semplici e immediati, ricchi di pomposi inserti tastieristici e con chorus da stadio fatti apposta per essere cantati. Proprio queste ultime caratteristiche sono anche l’arma principale del nuovo “Carolus Rex”, un disco che resterà nella storia del gruppo come un vero crocevia. Trattasi infatti dell’ultimo lavoro con i chitarristi Oskar Montelius e Rikard Sundén, il batterista Daniel Mullback e il tastierista Daniel Mÿhr, i quali si sono separati dal frontman nonchè unico compositore Joakim Broden e dal bassista Pär Sundström subito dopo le registrazioni. Inoltre non fatichiamo a immaginare che i brani presenti su questo album dal grande potenziale live, figureranno nelle setlist della band svedese in buon numero e per molto tempo. Le tematiche questa volta sono legate alle guerre che affrontò l’Impero Svedese tra il Seicento e il Settecento e in particolare la Grande Guerra del Nord, conflitto che vide Re Carlo XII di Svezia, o appunto Carolus Rex, dapprima sconfiggere e successivamente soccombere a un’alleanza tra russi, danesi, prussiani, polacchi e sassoni. La tirata opener “The Lion From The North”, incentrata sulla figura del suo predecessore Gustavo Adolfo, è solo il primo esempio di un power metal sì ben poco elegante o innovativo ma maledettamente diretto e che con il suo refrain in latino, esaltante e ricco di cori, offre un biglietto da visita che i fan non possono non apprezzare. Non da meno il mid tempone marziale “Gott Mit Uns”, tanto quadrato nell’incedere quanto trascinante nel ritornello. L’aspetto più epico ed eroico del sound dei Sabaton si esprime ai suoi massimi livelli proprio nei brani più cadenzati ed evocativi quali ad esempio il lento “A Lifetime Of War” o le monolitiche “The Carolean’s Prayer” e “Carolus Rex”, due pesanti ed anthemici mid tempo. L’impressione è positiva anche laddove i ritmi si alzano con “1648”, brano power in doppia cassa nel tipico stile del gruppo, o con il micidiale up tempo “Poltava”, tanto monocorde e semplice quanto dannatamente coinvolgente come ritmiche da rimanere in testa dopo mezzo ascolto. Meno efficaci solo la battagliera “Killing Ground” e la ballata “Long Live The King”, un tantino scontate e non esaltanti come gli altri pezzi citati. La conclusiva “Ruina Imperii” invece con i suoi massicci inserti di tastiere, un riffone che definire un blocco di cemento è un eufemismo e cori austeri che narrano la caduta di un glorioso impero, chiude degnamente un lavoro che si configura come la punta di diamante delle pubblicazioni marchiate Sabaton. Potenti, maestosi e pulitissimi, anche troppo, i suoni a cura di Peter Tatgren (Hypocrisy). Definiteli elementari, pacchiani, plastificati o come volete ma i Sabaton con “Carolus Rex” dimostrano più che mai di avere un ottimo tiro e melodie azzeccate che permetteranno al gruppo di aumentare il loro già notevole numero di fan.