voto
7.0
7.0
- Band: SABATON
- Durata: 00:39:53
- Disponibile dal: 21/05/2010
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Il successo che questa band sta raccogliendo in Europa ha dell’incredibile. È questa la prima considerazione che viene in mente al sottoscritto pensando ai Sabaton. Chi l’avrebbe mai detto che un gruppo partito in sordina nel 2000 con una raccolta di demo uscita per la nostrana Undergorund Symphony (che alla luce dei fatti ci ha visto giusto), sarebbe poi riuscito addirittura a sfondare la top 20 tedesca con uno strepitoso diciannovesimo posto raggiunto dal qui presente “Coat Of Arms”. E pensare che la band svedese non ha apportato grandi modifiche al proprio sound, un power heavy metal epico, pomposo e dominato dalla voce cavernicola di Joakim Brodèn. Il loro solito mix dunque, dato dall’impatto di riff e stile vocale propri dei Grave Digger, gli inserti tastieristici e arrangiamenti corali simil Nightwish di “Wishmaster” e refrain terribilmente immediati, se vogliamo anche pacchiani ma di presa e assolutamente adatti per essere cantati dal pubblico durante i live. Non propongono e non hanno mai proposto nulla di nuovo o eclatante quindi, ma quello che fanno lo sanno fare bene e gli amanti delle sonorità sopra indicate col tempo se ne sono accorti. Difficile infatti non ritrovarsi a canticchiare il ritornello della titletrack, cavalcata metallica posta in apertura e caratterizzata da un incedere marziale tanto quanto i suoi testi. Non da meno il mid tempo “Midway”, efficace pezzo alla U.D.O. che ad un chorus “ignorante” come pochi associa un riffing quadrato come un tombino. E su questa scia si muovono anche altri brani costruiti su granitici tempi medi come “Uprising”, dove le tastiere danno un taglio un tantino più melodico ma il ritornello sembra essere stato scritto apposta per un open air in terra tedesca, o “Wehrmacht”, trascinante nella a dir poco monolitica ridondanza di un refrain tanto militaresco da suonare come una marcia. Come al solito non mancano anche episodi veloci, anche se ridimensionati in numero rispetto al passato, e qui è “Screaming Eagles” a farla da padrone. Doppia cassa a elicottero, ritmica serrata e il battagliero vocione di Joakim a condurre l’ascoltatore verso un refrain ultra-diretto. Presente qualche episodio decisamente meno convincente come “The Final Solution”, traccia anthemica ma troppo canonica e prevedibile come ritornello, e “White Death”, anch’essa dalle linee vocali poco esaltanti. Una cosa che ancora per chi scrive resta un mistero, è come mai un gruppo del genere, dal lo stile così massiccio e “in-your-face”, utilizzi dei suoni a dir poco plastificati e puliti anziché una bella produzione ugualmente potente ma più grezza almeno come suono delle chitarre… Semplice, minimale ma allo stesso tempo divertente, “Coat Of Arms” non farà fatica a far presa su chi ha apprezzato il precedente “The Art Of War”.