7.0
- Band: SABOTAGE
- Durata: 00:53:34
- Disponibile dal: 01/12/2008
- Etichetta:
- Jolly Roger Records
- Distributore: Masterpiece
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
Lodevole e carica delle migliori intenzioni l’iniziativa promossa dall’italica Jolly Roger Records: dedicarsi esclusivamente alla promozione di gruppi che impiegano la lingua nostrana per comunicare con l’ascoltatore. Quanti gruppi italiani posso fregiarsi di aver composto lavori che impiegano l’italiano per esprimere i propri intenti? Pochi, e nella maggioranza casi gli sforzi non hanno sortito i risultati sperati. “Rumore Nel Vento” rappresenta un’occasione ghiotta per tutti i supporter della band toscana, o più in generale degli amanti dell’heavy nostrano: non una semplice ristampa o riedizione, ma la pubblicazione di un lavoro che vede la luce dopo ben quindici anni dal suo concepimento. Un prodotto solido e sincero di heavy metal classico, dove la passione e l’ambizione di un gruppo agli esordi hanno dato vita ad un album unico e carico di determinazione e di speranze per una scena italiana nel pieno del suo sviluppo. Dimenticatevi Morby al microfono, qui c’è Giancarlo Fontani ad occupare il ruolo di primadonna: la sua timbrica è lontana anni luce dai toni acuti che contraddistinguono il suo illustre precursore e Giancarlo, sebbene non sia così dotato tecnicamente, si fa apprezzare con una prova intensa e ricca di carisma. “Rumore Nel Vento”, “Indios”, “Ombre” e “La Musica Strana” sono perle di heavy classico che non mancheranno di rimanervi impresse dopo il primo ascolto: inconsueto ma altamente inebriante sentire scandire i versi nella propria lingua madre e, sebbene in qualche caso i testi delle canzoni risultino un po’ scontati, non si puo’ che rimanere soddisfatti e compiaciuti dal risultato ottenuto. Riff taglienti e talvolta granitici, melodie accattivanti ed arpeggi ammalianti: efficace ed assolutamente coinvolgente la prova del duo Fois/Milani, a proprio agio sia nei momenti più concitati che in quelli più riflessivi. Poco da commentare sul lavoro dei fratelli Caroli in sede ritmica, vero cuore pulsante e anima della formazione toscana. Il lavoro è stato riversato su supporto digitale dai nastri su cui era stato originariamente registrato, e la qualità come potete immaginare è ben lontana dall’essere perfetta e durante qualche brano precipita rovinosamente disturbando la continuità dell’ascolto. Non lasciatevi comunque scappare la ghiotta opportunità offerta dalla pubblicazione di questo lavoro: lunga vita alla Jolly Roger Records che ha dato vita ad un progetto ambizioso e che, ne siamo certi, non tarderà a raggiungere consensi nella nostra penisola.