SACRIFICE – Volume Six

Pubblicato il 18/01/2025 da
voto
7.5
  • Band: SACRIFICE
  • Durata: 00:40:59
  • Disponibile dal: 24/01/2025
  • Etichetta:
  • High Roller Records

Spotify non ancora disponibile

Apple Music:

Revival, revival, revival. Quasi chiunque, tra le cosiddette ‘vecchie glorie’, si è accorto che bastava rimettersi in pista e dare una forma decorosa alle proprie intenzioni, per guadagnarsi una fetta di attenzioni da parte del pubblico metal.
La tendenza a riscoprire con inguaribile nostalgismo realtà ormai ferme da tempo e considerate ‘cose del passato’ ha portato i protagonisti di dischi più o meno importanti a rifarsi vivi, cercando di fermare il tempo che fugge e riportarsi, tutti baldanzosi, a far rivivere le emozioni di qualche anno addietro. Non abbiamo una contabilità precisa su quanti – più o meno noti – dioscuri del thrash metal abbiano riattaccato la spina dopo anni di inattività, certamente la schiera di chi si è rimesso in pista è attualmente assai lunga.
Ci riprovano allora anche i canadesi Sacrifice, alfieri della frangia più estremista del thrash metal, quella di altri gruppi ‘minori’ ritornati con successo sulle scene come Demolition Hammer e Morbid Saint, oppure dei ben più noti Slayer e Dark Angel. Gente che ha sempre affrontato il thrash come genere di distruzione e polverizzazione di un ipotetico nemico, attingendo talvolta a soluzioni così isteriche e deraglianti da avvicinarsi a quello che sarebbe divenuto il primo death metal.
Dall’’86 al ’93, partendo dal primo disco “Torment In Fire” fino al quarto “Apocalypse Inside”, i canadesi hanno sbagliato poco se non nulla, pur non ottenendo consensi di pubblico su vasta scala. Insomma, nessun grande salto di popolarità e, come per la maggior parte di chi frequentava quel tipo di suono ai tempi, al mancato decollo commerciale seguì lo scioglimento. Di fatto, i quattro nordamericani sarebbero tornati pienamente attivi già dal 2006, ma dopo il quinto album “The Ones I Condemn” non hanno cavalcato il ritorno di fiamma per il thrash metal come altri loro colleghi.
Arriviamo quindi a questo “Volume Six” (titolo dalla fantasia pari a zero, diciamocelo) non sapendo bene cosa aspettarci, dato il lungo silenzio che viene a squarciare. Intelligentemente, i Sacrifice odierni – con tutti i membri della line-up originaria ancora in sella – fanno esattamente quello che ci si aspetterebbe da loro, né più, né meno. Si riparte quindi dalle aspre, deraglianti e rigorose invettive di “The Ones I Condemn” del 2009, per allestire una tracklist deliziosa, se si hanno a cuore il thrash metal d’impeto ed orgoglio, ben suonato, affilato e sadicamente mordace.
I Sacrifice per loro natura non sono compagine d’ingegno e spiazzanti intuizioni, ma fanno benissimo quello che riesce a pochi: suonare duri e cattivi con dinamismo, istinto per i colpi da KO, metodica cura per le (poche) melodie e assoli vibranti. “Volume Six” si rivela rapidamente un concentrato di thrash metal purissimo, senza suffissi o prefissi di alcun tipo ad alterarne una natura pura e orgogliosa.
L’unico segnale che siamo nel 2025 e non nel 1986, è una produzione ruggente e fedele nel restituire la chirurgica animosità della band. Musica dalla quale traspare l’esperienza dei veri veterani, quelli che conoscono questi suoni a menadito e sui fondamentali del genere non li freghi. E non ti fregano. Non gli si può dir niente. Non li si può contestare.
Il riffing di Rob Urbinati e Joe Rico rimane l’epicentro di brani d’assalto, squadrati e massicci, sorretti con sicurezza da una sezione ritmica implacabile e l’acida vocalità del medesimo Urbinati a creare un gradito clima di rivolta. Si avanza a testa bassa, con accorti cambi di tempo e stacchi lievemente più meditati, mettendo assieme una collezione di canzoni che, date le premesse di cui sopra, spicca più per compattezza che per varietà. E va bene così.
Ci sono, in ogni caso, flebili variazioni qua e là, quel che basta per non far appassire gli entusiasmi e dare risalto a qualche scampolo di tensione drammatica. Su questo versante, si fa apprezzare la più cupa e cangiante “Black Hashish”, una strumentale con arpeggi dal sapore quasi gotico, ad amalgamarsi a ritmiche un filo più levigate e un clima generale inquieto e quasi suadente.
Rimanendo su materiale più diretto e sanguigno, si segnalano “Antidote Of Poison” (anticipazione del disco uscita a metà dicembre), “Missile” e “We Will Not Survive”, ad emergere per ferocia e qualche spunto più ficcante della media. Come si fa apprezzare in chiusura, per il tono stradaiolo hardcore/punk, “Trapped In A World”, laddove abbiamo un bel duetto tra Urbinati e Brian Taylor, cantante punk canadese, nonché produttore dei primi tre dischi dei Sacrifice.
Complice anche una durata contenuta e l’assenza di tracce interlocutorie, “Volume Six” adempie perfettamente al suo compito, che è poi essenzialmente quello di staccare teste dal collo a colpi di thrash metal. Per musica che abbia obiettivi più ‘alti’ e nobili, ci si deve obbligatoriamente rivolgere altrove. Noi non avremmo osato chiedere qualcosa di diverso ai Sacrifice…

 

TRACKLIST

  1. Comatose
  2. Antidote
  3. Missile
  4. Millennia
  5. Your Hunger
  6. Incoming
  7. Lunar Eclipse
  8. Explode
  9. Hashish
  10. We Will Not Survive
  11. Trapped
0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.